CARRELLO
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Gli studenti sono degli Invasori, coloro che vogliono prenderti qualcosa, rubarti esperienze, immagini, simpatia ed amicizia.
Non possiamo ingannare il giovane. Non possiamo ridurlo da predatore a predato con aggressività ed indifferenza. Egli si aspetta disponibilità, risposte che possano dar luce al suo essere insicuro nella naturale predisposizione alla fuga da impegno e responsabilità.
Se progettate per un anno, seminate grano.
Se progettate per dieci anni, piantate un albero.
Se progettate per cento anni, puntate ad educare e formare gli uomini.
Quando un dettaglio fa la differenza e non va mai trascurato. Perdere un treno, a volte , può stravogere la propria vita. Nulla va lasciato e tutto deve farci riflettere. Da leggere.
Dettagli, anzi precisamente solo alcuni dettagli, attimi di vita, momenti unici, preziosi sogni vissuti o immaginati chissà, sono quelli che Fabrizio ci regala nella sua prima opera. L’idea che arriva è quella di una vita intensa, ricca di esperienze e viaggi, vissuta pienamente, attimo per attimo, con gioie e dolori, a volte forse un po’ spericolata, e come tutte le vita racchiude coriandoli d’infinito, emozioni intense che rendono indimenticabili singoli attimi e stelle filanti di dolore che ti accompagnano per tutta la vita, anche se chiusi nel segreto dell’anima. Lo stile è chiaro, efficace, sembra semplice ma è solo apparenza perché spesso leggendo i vari passaggi ti fermi, rifletti, c’è qualcosa che non torna e torni indietro perché senti che devi aver perso un passaggio, ed ecco è proprio lì che scopri il dettaglio che fa la differenza, che prima era sfuggito e che ora invece ti chiarisce un nome, una situazione, una sofferenza. La delicatezza con cui parla di amici che con lui hanno percorso un tratto di strada ma poi ne hanno scelto una diversa, a volte senza ritorno, è come una carezza, vuole solo sfiorare non essere invadente. Ed ecco Emanuele, uno come tanti, ma uno che si fa notare al punto da essere soprannominato il Re, un sognatore, che si nutre di colori e che si lascia travolgere dal colore che li contiene tutti: il bianco, ma il suo è un bianco che sa di morte. Sharon, incontro casuale ma uragano che ti travolge dal primo istante, e anche con lei ritornano i colori, un mondo di colori che profumano di gioia e di amore, che ti avvolgono in un caldo abbraccio, ma è un abbraccio che dura poco, è un amore solo promesso, vissuto in un attimo ma che il freddo grigio di un treno si porta via. Claudia, solo un lampo improvviso, un fugace ricordo che poteva essere amore ma non lo è stato. Amicizie e amori, stelle luminose che dovevano, o potevano accompagnare un vita ma si sono rivelate cadenti perché hanno brillato ma per troppo poco tempo perché, poche di quelle promesse sono poi diventate realtà. E le promesse mancate lasciano l’amaro in bocca, perché non si sono realizzate ma soprattutto perché non si è riusciti a realizzarle. I piccoli e grandi “dettagli” della vita si mescolano ai sogni della giovinezza e forse, ai rimpianti dell’età adulta, leggere le pagine di questo “diario dell’anima” è come essere presi per mano da Fabrizio, ripercorrere con lui e per lui, i fatti della sua vita, quelli che lo hanno fatto crescere, che lo hanno portato lontano da casa, dalla sicurezza di un piccolo paese di campagna, e gli hanno fatto vivere esperienze forti, alle quali forse non era preparato, nelle quali forse è anche caduto ma dalle quali ha saputo rialzarsi, che lo hanno aiutato a compiere scelte difficili, impopolari che lo hanno anche allontanato dal gruppo degli amici, ma, ed ecco l’anima, sentiva che il suo cuore era l’unico amico da seguire, l’unico in grado di indicargli la strada giusta, quella imparata nel piccolo paese di campagna, dove tutto è iniziato. Esperienze che strappano anche il sorriso, la leva militare, un lungo anno da incubo trasformato in un hotel non proprio a 4 stelle, esperienza sopportata, magari grazie a qualche eccesso, ma si sa ai sognatori non si possono tarpare le ali, le chiudono per un po’ ma poi spiccano il volo più in alto di prima. L’autore non vuole rivelarci il suo nome ma ci svela la sua anima, l’anima di un sognatore, che ha cercato di conciliare nella vita ragione e sogni, e di camminare giorno per giorno tra questi due binari, con sincerità ma anche con grande eleganza, anche i momenti di grande dolore sono sfiorati, li avverti, ma non disturbano, d’altronde lo stile non s’improvvisa, non si crea, lo stile è innato, viene dal cuore, e solo un cuore grande sa anche comunicarlo agli altri. P.S. si può dire, ma solo per gli amici, che lo stile è quello della “vecchia signora” Con affetto Monica
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