CARRELLO
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di Anna Tassiello (Autore)
La morte è l'ottavo sacramento: l'assunzione della particola di Dio. La morte ci separa da ciò che costringe la nostra anima: un corpo scomodo. Se davvero crediamo che i nostri cari, una volta scomparsi, continuino a vivere in Dio, allora la nostra sofferenza è uno stato di rimpianto nostalgico; avvertiamo l'assenza, una mancanza che sappiamo di non poter colmare. È la paura che i nostri sentimenti rimangano sospesi nel vuoto per molto tempo, e che non ci sia possibile ritrovare l'amore del cuore perduto. Non dobbiamo pensare alla morte come a una punizione, se siamo consapevoli di non essere padroni della nostra anima. Non dobbiamo pensare con angoscia alla morte, ché essa ci libera dai nostri bagagli pesanti, ingombranti e inutili. È una separazione dell'anima (eterna) dal corpo, e per chi se ne va al di là dei confini terreni è un cambiamento migliorativo: la guarigione dalla malattia di una vita spesa a rincorrere effimere chimere. Per i nostri cari, la morte è una rinascita: una pace eterna; dunque, conservate stretti i ricordi e non lasciate che si assopiscano... La morte è un bozzolo che ci trasforma in farfalle di luce.
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