CARRELLO
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di Maria Concetta Preta (Autore)
Si tratta di un monologo - confessione in cui Angela, una contadina della seconda metà dell'800, fuggita da casa per disperazione, si dà alla macchia consegnandosi ad una banda di briganti che infestano la Sila, il "gran bosco d'Italia". La protagonista vivrà un'avventura umana in cui si mescolano coraggio e paure, rischio e gloria. Ne rimane come ricordo un soprannome, Malandrina, e il giudizio affidato ai posteri, che dovranno leggere nella sua vicenda umana una "contro-storia" avvincente, in cui risulta fondamentale il tema degli umili, mai vinti, e del loro riscatto. Una storia fatta da una donna, esclusa dalla storia, che metterà a nudo le sue riflessioni, le sue angosce, la speranza in un domani migliore per chi verrà. Un monito o un insegnamento, condotto con lucidità e passione, che svela il vero volto del Sud alle prese con i problemi dell'unificazione d'Italia e ruolo indiscusso dei briganti come fautori di un "nuovo ordine". Accanto alla narrazione, la rievocazione di fatti storici e la bellezza struggente della natura, che accompagna gli stati d'animo di Angela, convinta fino alla fine del suo ruolo e che con determinazione porterà a compimento la sua "missione".
Il racconto prende spunto da un fenomeno che caratterizzò l’Italia meridionale post unitaria: il brigantaggio. La scrittura procede attraverso una riuscita commistione di realtà e fantasia che rende la storia avvincente. Una sorta di metafora del viaggio interiore di una donna alla ricerca del riscatto e della liberazione da una società patriarcale ed opprimente. Lo stile è classico e lineare, arricchito da espressioni dialettali che rendono più realistica la narrazione.
Si tratta di un monologo - confessione in cui Angela, una contadina della seconda metà dell’800, fuggita da casa per disperazione, si dà alla macchia consegnandosi ad una banda di briganti che infestano la Sila, il “Gran bosco d’Italia”. La protagonista vivrà un’avventura umana in cui si mescolano coraggio e paure, rischio e gloria. Ne rimane come ricordo un soprannome, Malandrina, e il giudizio affidato ai posteri, che dovranno leggere nella sua vicenda umana una “contro-storia” avvincente, in cui risulta fondamentale il tema degli umili, mai vinti, e del loro riscatto. Una storia fatta da una donna, esclusa dalla storia, che metterà a nudo le sue riflessioni, le sue angosce, la speranza in un domani migliore per chi verrà. Un monito o un insegnamento, condotto con lucidità e passione, che svela il vero volto del Sud alle prese con i problemi dell’Unificazione d’Italia e ruolo indiscusso dei briganti come fautori di un “nuovo ordine”. Accanto alla narrazione, la rievocazione di fatti storici e la bellezza struggente della natura, che accompagna gli stati d’animo di Angela, convinta fino alla fine del suo ruolo e che con determinazione porterà a compimento la sua “missione”.
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