CARRELLO
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di Valeria Formisani (Autore)
Dieci storie di bambini di periferia.
Sono racconti brevi che si leggono tutti d’un fiato, storie ridotte all’essenziale, concentrati di verità, spaccati di una realtà che non lascia spazio ai sogni nemmeno ai bambini.
Sono storie di bambini delle case popolari costruite nell’estrema periferia di una città, dove gli enormi edifici grigi sono ricettacolo di tutti gli ingredienti del disagio, nessuno escluso.
Queste storie, conosciute attraverso una esperienza di volontariato, sono emblematiche di una realtà molto più vasta che riguarda tutte le periferie disumanizzate delle grandi aree urbane che espellono dal loro interno le parti avariate di sé e le recidono come bubboni che, abbandonati a se stessi, continuano a vivere di vita propria senza nessun contatto con il corpo che li ha generati.
I quartieri squallidi e degradati delle estreme periferie delle città sono come i buchi neri.
Sono luoghi chiusi, dove lo spazio si chiude in se stesso e il tempo rallenta. Dove la linea dell’orizzonte che li circonda è impenetrabile.
Ma a volte può succedere che si apra una breccia, una via di fuga che per qualche attimo crea l’illusione del cambiamento.
Libro molto ben scritto. Descrive in modo superbo le condizioni di vita nelle periferie italiane. Sono condizioni terribili, che mettono sotto accusa chi ha concepito degli alloggi popolari fuori dal centro e spesso isolati. Questo libro dovrebbe essere usato nelle Università per aiutare la formazione di nuovi architetti e pianificatori. Ne consiglio la lettura a tutti quelli che volessero capire quale é la situazione sociale in Italia. E. Fossati
Condivido il parere che il libro sia stato scritto con un linguaggio fluido e chiaro. Interessanti le figure dei bambini scelte e gli aspetti comportamentali messi in rilievo. Ognuno si porta addosso un vissuto apparentemente diverso ma in realtà tutti accumunati fra loro dalle stesso contesto sociale e culturale nel quale le loro esistenze si consumano. Credo che il libro, più che agli architetti, i quali sono tenuti a progettare spazi dotati di tutto ciò che possa soddisfare le esigenze degli individui, debba invece essere preso in considerazione da coloro che molto spesso, per propaganda politica, sovvenzionano tali progetti parlando di grandi opportunità di vita per poi condannarli all'abbandono. In questi contesti, lo sappiamo bene, a pagare sono sempre i più indifesi ed i più fragili come i bambini. Loro sono i primi ad avvertire l'inadeguatezza del contesto che li avvolge e ribellione, insofferenza, chiusura in sé stessi, difficoltà ad apprendere... sono tutti segnali sui, chi si trova dall'altra parte, deve riflettere.
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