CARRELLO
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di Carlo Maglitto (Autore)
Una migrazione mediterranea di un bimbo isolano sradicato dalla sua terra e gettato nella piazza di un villaggio alpino nel confronto con la lingua dei suoi novelli coetanei. I versi dedicati al Ponente Ligure sono un omaggio a questa terra che lo accolse e lo adottò.
Un innamoramento col mare tra silenziosi pescatori, un contatto senza rituali con una natura contratta dal mare e il suo infinito e la montagna impervia che sbarra lo sguardo.
Questi versi ci dicono che l'adattamento fu scuola con la secca tradizione del vecchio che conosce funghi e raccoglie erbe medicinali e il tanfo del gozzo colmo di reti e di nasse nel porticciolo di Cervo scavato tra le rocce di Capo Mimosa. Ma c' è la fata morgana che manda al mattino al vecchio poeta ora il suo miraggio: la Corsica perduta dalla storia e il desiderio di riportarla. La sfida nel dopoguerra con la gioventù di Mentone e il desiderio di essere accettati come fratelli, forzando nel bistrot un aperitivo con il pastis, calice amaro
di ogni odissea per uno scambio in patois. Questa terra lui canta, ultimo mohicano, che vede la fine di una epoca nella tiritera di motori correre sulla tangenziale, una fila smisurata di uomini a cavallo e moschetti colmi di fumo.
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