CARRELLO
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Scritti tra il 1991 e il 2016, questi 25 racconti rappresentano 25 anni di evoluzione stilistica e narrativa. Racconti di vario genere (western, polizieschi, fantascienza, fantasy, grotteschi, gotici, spionaggio, caccia), finalmente raccolti in un corpo unico per soddisfare la pressante richiesta di fidati lettori. Dalla ricerca dell'assoluta sintesi linguistica degli anni giovanili fino alla più matura introspezione dei personaggi, ogni racconto apre una finestra su pensieri, sogni, immaginazioni. Le opere qui contenute non sono ordinate in modo cronologico, ma inserite come contrappunti intesi a offrire al lettore, nelle intenzioni dell'autore, un finale senso di dolce armonia.
Il racconto, si sa, è materia difficile e pericolosa, ma Cesare Bartoccioni, in questa raccolta di 25 racconti scritti dagli anni’90 ad oggi, dimostra di averne piena padronanza. Le storie sono suddivise per genere e si spazia dal western, la grande passione dell’autore, al poliziesco, dalla fantascienza al fantasy, dal grottesco al gotico, per finire poi con i racconti di spionaggio e di caccia, il tutto a riprova della grande varietà di interessi dell’autore, che si accosta con scioltezza a generi molto diversi fra loro. Molto bello il primo racconto “PEZZO DI FERRO”, dove l’io narrante altri non è che la pistola, la Colt 45, del famoso Pat Garret, che uccise il suo amico Billy the Kid. Grazie a un “pezzo di ferro”, per l’appunto, abbiamo la possibilità di ripercorrere la triste vicenda, scorgendo i lati più intimi e contradditori delle persone coinvolte, con un invito ad andare oltre ogni frettoloso giudizio su “buoni e cattivi” e su ciò che è bene e ciò che è male. Altro racconto spiazzante è “ALFRED WILSON”. Qui il protagonista del titolo, alla fine di una giornata di lavoro, lascia il suo ufficio per tornare a casa, ma: “all’incrocio tra la ventisettesima e la Berker ebbe una strana sensazione, ma non ci badò”. In quell’incrocio Alfred Wilson ha un incidente d’auto e muore, ma il suo viaggio verso casa prosegue come se nulla gli fosse accaduto. Ad attenderlo però non trova la moglie Lilith, ma i suoi genitori, i nonni e la gente che popolava il quartiere nella sua infanzia, tutta gente ormai morta. Anche questo racconto ci propone una prospettiva diversa, ovvero non quella di chi resta in vita, ma quella di chi muore e si ritrova proiettato all’indietro in un contesto di affetti che ormai aveva lasciato, mentre è costretto ad abbandonare i suoi affetti attuali. Ancora una prospettiva inusuale e che ci porta a riflettere. Degno di nota anche il racconto che chiude la raccolta, “FIDO”, una storia di caccia nella quale il lettore è invitato, frase dopo frase, a seguire il cammino del cacciatore e del suo cane, alla ricerca della possibile preda. I sensi vengono sollecitati a respirare gli odori del bosco e della nebbia, ma l’inganno si svela solo alla fine: non abbiamo seguito il cacciatore nel suo girovagare, ma il suo cane, infatti Fido è il nome del cacciatore. Lo straniamento, lo spiazzamento, il cambio di prospettiva, sono il filo conduttore di molti racconti di Cesare Bartoccioni, insieme con altri temi ricorrenti, quali l’inganno e, soprattutto, il tradimento e la vendetta, ben presenti anche nei suoi due romanzi “DEANOR” e “UN ANNO DA PIRATA”. Alcuni racconti sono evidentemente ispirati a temi dell’attualità, ma sono sempre sviluppati con ironia e originalità. Lo stile, caratteristico di tutti i racconti, è asciutto e senza tanti fronzoli e la scrittura, più matura ed efficace nei racconti più recenti, fin dai primi paragrafi ci porta dentro alla storia, arricchita da dialoghi sempre efficaci e incalzanti. In definitiva leggendo i 25 racconti abbiamo la possibilità di divertirci, sorprenderci e riflettere … che altro vogliamo?
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