CARRELLO
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di Flavio D'Agate (Kamui Ikarikaze - Alaesperi) (Autore)
Dimostrazione di come, sulla base delle leggi della Fisica e della Chimica, nessuno stimolo verbale può spezzare i legami atomici del corpo, e neanche alcuni stimoli non verbali, non possono farlo: non si formano ferite.
NON È DOLORE È UNA SENSAZIONE DI PREOCCUPAZIONE
Il dolore psicologico non è "dolore", è "preoccupazione". Vedremo come.
Gli ormoni responsabili del "dolore psicologico" non uccidono nessuna cellula: non c'è nessuna ferita.
È uno sbalzo rapidissimo di pressione del sangue, in vasi sanguigni intatti. Null'altro.
Il messaggio del cervello è: "Ti farò soffrire, finché non capirai che quello non è dolore, ma una sensazione di "preoccupazione". Quando lo capirai non la soffrirai più, nel 99% dei casi"
Negli animali quegli ormoni vengono rilasciati solo in casi di vero pericolo di morte. Nell'uomo, anche in situazioni non veramente dannose, per i motivi descritti nella copertina del Corso. (Se non è leggibile, fare lo screenshot di essa e ingrandirla per leggerla).
Non ha senso che quella sensazione sia considerata "dolore" perché non c'è nessuna "ferita" in quei casi, né se si crede che esiste solo la materia né si crede che esiste lo "spirito" (parentesi per chi crede in esso: spirito non particellare è infinitamente fluido e infinitamente interno, è infinitamente impossibile creare soluzioni di continuo in esso; spirito particellare riempie immediatamente strappi tra le particelle di energia con altre create da quelle vicine).
Credere che ci siano ferite rende sempre più frequenti tali rilasci di quegli ormoni il che aumenta erroneamente la sensazione di ferita, in un circolo vizioso.
LE PAROLE FERISCONO SOLO "A PAROLE"
Le parole hanno solo valore creativo-artistico, informativo. Usarle per altro, per far soffrire-"ferire", è scientificamente impossibile, perché: 1) parole LETTE sono solo fotoni senza peso, quindi il danno meccanico è zero; se "riflessi" dalla retina, un secondo dopo si trovano 300.000 km lontano dal corpo, il che è comico; se vengono assorbiti dagli elettroni degli atomi della retina, non vanno al cervello, ad esso arrivano infatti solo molecole prodotte dal corpo che come tali non potranno mai fare del male ad esso (il che è comico); 2) parole ASCOLTATE sono solo onde sonore prive di peso (tra due che parlano non c'è nulla che abbia peso che arrivi dall'uno all'altro, le stesse molecole dell'alito, che sono i gas quasi senza peso dell'aria, si disperdono a 50 cm dalla bocca; le medesime molecole formano sia le parole "belle" che quelle "brutte"), viaggiano a 344 m/s nell'aria, quindi attraversano il corpo in meno di 1/500 di secondo e dopo non sono più in esso: il "ricordo" di esse non è la "presenza" di esse nel corpo, anzi quel ricordo è fatto di molecole prodotte dal cervello quindi non possono fare nessun male ad esso; inoltre il volume di quelle onde sonore è inferiore a 120 decibel quindi mai potranno causare spezzamenti di legami atomici ovvero "ferite"; quindi l'evidenza scientifica mortifica ogni tentativo di credere di poter "danneggiare" con le parole; 3) PAROLE LETTE/UDITE DA SCHERMI non hanno nulla, assolutamente nulla, della persona che parla/scrive: neanche un atomo, un elettrone, un fotone, un'onda sonora, assolutamente nulla del suo corpo, tutte cose prodotte dal dispositivo di chi legge/ascolta.
Quindi in tutti e tre i casi è COMICO pensare che avvengano ferite ed è TRISTE che gli educatori non se ne siano mai accorti. Non è affatto facile accorgersene: è come intuire in Europa, nel 1100, una cura che esiste solo in America. Neanche il più grande genio di quell'Europa può farcela: la scoperta dell'America risale al 1492.
Non pensate al "dolore" di non aver saputo queste cose dai vostri genitori e nonni, pensate alla Gioia di essere voi i genitori e nonni che le diranno ai vostri figli e nipoti, iniziando così una catena senza fine.
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