CARRELLO
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di Antonella Grimaldi (Autore)
Da ragazzo, Costantino Reta prestò la sua opera nella marina mercantile. conseguendo una solida preparazione culturale. Poi si inserì nell'amministrazione civile del Regno sardo, svolgendo l'attività di regio corriere e continuando ad applicarsi negli studi che gli consentirono di divenire il giornalista brillante e impegnato in tante imprese di rilievo del suo tempo. Tra queste si deve porre in evidenza la sua partecipazione alla vita dell'Accademia letteraria Clemente Pino, vera palestra per tanti giovani intellettuali che diventeranno a breve protagonisti della vita culturale della Torino carloalbertina. Fu tra i principali estensori de "L'Eridano" e de "Il Telegrafo", affiancò Cavour nel momento della nascita de "Il Risorgimento", del quale fu segretario redattore e, in seguito, divenne direttore de "Il Mondo illustrato". Questa fase della sua vita, interamente occupata dalla sua passione per il giornalismo e la condivisione delle istanze riformatrici presenti nel Regno di Sardegna, è ben raccontata nel carteggio intrattenuto con l'amico Luigi Rocca. La sua passione civile gli valse l'elezione a deputato nel Parlamento subalpino nelle prime tre legislature, ma la sua carriera politica subì una brusca battuta d'arresto in seguito alla sua partecipazione al moto genovese della primavera del 1849 e alla condanna pronunciata a suo carico pronunciata dal Magistrato d'appello di Genova per aver condiviso la responsabilità della guida della città con Davide Morchio e Giuseppe Avezzana. Dopo la caduta di Genova, Reta partecipò alla difesa della Repubblica romana e il 3 giugno del 1849 prese parte ai combattimenti del Vascello, mentre nei giorni successivi vigilò le mura della città, in quanto l'Avezzana aveva stabilito che lo assistesse nel suo compito di ministro della guerra. Caduta Roma, il 3 luglio 1849, Reta e Avezzana presero la via di Malta a bordo di una nave inglese, Nell'isola l'esule trascorse un periodo di grande difficoltà, allietato tuttavia dalla notizia della sua elezione di nuovo avvenuta nel collegio di Santhià. La tappa successiva dell'esilio di Reta si svolse a Ginevra, città nella quale espresse il suo spirito innovatore anche nel campo religioso divenendo l'anima della Chiesa evangelica italiana. In questa città Reta svolse altresì un ruolo determinante nell'ambito del locale comitato della Società Nazionale e si impegnò alacremente nella divulgazione della cultura letteraria italiana.
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