Cronache da una scuola psicotica di uno Stato terrorista

È il racconto di due anni di restrizioni, chiusure, obblighi, ricatti, vissuti da un insegnante che non crede alla versione di regime e che esprime apertamente il proprio dissenso, affrontandone le conseguenze. Si parla di scuola psicotica come psicotiche sono state rese tutte le scuole, le fabbriche, gli uffici, i negozi, i locali, con un'infinità di assurdità e idiozie che hanno provocato fallimenti, disoccupazione, povertà; hanno decuplicato depressione, ansie, fobie, ossessioni, psicosi. E gli infiniti lutti e distruzioni familiari provocate dai "vaccini".

Un mare di dolore e miseria causato dal regime, dai famigerati DPCM di Conte e Draghi, non dalla "pandemia".

Due anni vissuti nel continuo confronto, ma più spesso scontro, con colleghi, superiori, e ahimè pure con gli allievi e i loro genitori, quasi tutti totalmente ipnotizzati e assuefatti alle narrazioni governative, e "giornalisti" al seguito.

La fierezza e la paura, il coraggio e i compromessi di un insegnante di scienze umane che, in quanto tale, aveva il diritto-dovere di non fare finta di niente, di parlare, anche agli allievi, di realtà vissute da tutti noi, coscientemente o meno: il conformismo, l'obbedienza, le devianze, i pregiudizi, le divisioni persino all'interno delle famiglie, i fanatismi, le paure indotte, i conflitti di interesse, l'emarginazione, lo stigma.

Ma alla fine l'orgoglio di non aver taciuto.