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Le attuali norme per i procuratori sportivi
di Silvio Bogliari (Autore)
Gli agenti sportivi nel calcio, conosciuti anche come procuratori o come intermediari, con il passare delle stagioni hanno assunto un ruolo di primo piano nell'universo calcistico. Nonostante l'importanza delle attività da loro svolte, la regolamentazione degli agenti sportivi tanto nell'ordinamento giudicio ordinario come nell'ordinamento sportivo, è assolutamente carente. Ad esempio, in alcuni paesi comunitari, viene attribuita agli agenti un'obbligazione di risultato, mentre in altri ordinamenti giuridici europei, gli stessi devono rispondere verso il proprio cliente solamente di un'obbligazione di mezzi. Parimenti, tanto l'ordinamento giuridico ordinario, come l'ordinamento sportivo, non richiedono perlopiù nessun titolo scolastico o accademico per esercitare l'attività di agente. A partire dagli anni novanta, la FIFA, l'associazione internazionale di amministrazione del calcio, ha pubblicato numerosi regolamenti relativi al settore degli agenti. Negli anni 2000 la FIFA era riuscita a garantire la qualità dei servizi prestati dagli agenti FIFA che, per poter conseguire la licenza di agente, dovevano superare un esame. Tuttavia, nel 2015, con la pubblicazione del "Regulations on Working with Intermediaries", la FIFA decise di attribuire la competenza per il rilascio delle licenze di agente sportivo, alle singole federazioni nazionali, annullando quanto di buono era stato fatto nel ventennio precedente. Dal 2015 il precedente titolo di agente Fifa, che permetteva di esercitare l'attività di agente in tutto il mondo senza limitazioni, non esiste più ed attualmente è possibile registrarsi soltanto presso una federazione nazionale. Di conseguenza, ad oggi se un agente francese volesse effettuare un'operazione di mercato in Italia, dovrà registrarsi presso il registro federativo nazionale italiano, poiché il contratto del giocatore sarà registrato in Italia. Il risultato scaturito dalla decisione adottata nel 2015 dalla FIFA, è stato quello di una grande diseguaglianza tra i regolamenti nazionali degli agenti sportivi di tutto il mondo. Ad oggi infatti, alcune federazioni esigono l'approvazione di prove scritte ed orali per l'ottenimento della licenza di agente, mentre altre federazioni comunitarie ed extracomunitarie, richiedono solamente il pagamento della corrispondente tassa d'iscrizione. Allo stesso modo, alcune federazioni hanno aggiornato e modificato più volte il proprio regolamento, mentre altre federazioni nazionali si sono limitate ad emanare un regolamento attuativo del Regulations on Working with Intermediaries nel 2015 senza mai aggiornare le proprie disposizioni. Dal punto di vista giuridico, il regolamento adottato nel 2015 dalla FIFA, rappresenta solamente un insieme di raccomandazioni prive di qualsiasi natura giuridica vincolante. Le commissioni per gli agenti stabilite nel citato regolamento infatti, vengono fissate al 3% rispetto al prezzo del trasferimento pagato dal club acquirente o rispetto allo stipendio percepito dal calciatore, ma tale limite, non ha carattere vincolante né imperativo, pertanto gli agenti non sono obbligati a rispettarlo. Dal canto suo, la stampa nazionale ed internazionale alimenta la confusione che circonda il settore degli agenti, concedendo notorietà a soggetti estranei all'ordinamento sportivo, qualificandoli come procuratori o perfino come "agenti FIFA", nonostante tale titolo non esista più dal 2015. Anche i controlli delle federazioni nazionali e della FIFA stessa non sono stringenti: è possibile perfino incontrare in internet corsi a pagamento per diventare agente FIFA. In conclusione, alla luce del nuovo regolamento degli agenti della FIFA che sarà pubblicato nel 2022, la presente opera propone un'analisi comparata dei differenti ordinamenti giuridici nazionali e degli attuali differenti regolamenti nazionali, concludendo che un eventuale regolamento composto da sole raccomandazioni, non potrà risolvere l'attuale carenza di norme imperative e vincolanti.
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