CARRELLO
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di Cristina Pennavaja (Autore)
Il libro è fatto di due parti distinte ma legate fra loro. La prima è un racconto che Cristina Pennavaja ha composto lungo 25 anni su base autobiografica. Ne ha scritto e pubblicato tre stesure diverse. "Danzare fra il buio e la luce" è l'ultima: NUOVA EDIZIONE. La seconda parte è un saggio che illustra e commenta i problemi fondamentali della narrativa di qualità. Pennavaja si giova delle sue "esperienze di narratrice, traduttrice, saggista, autrice di poesie, docente di retorica e stile, pianista per diletto, corista e appassionata di musica". Diciamo che cosa questo libro non è:
NON E' un testo da "divorare" e gettare dopo l'uso. NON E' un racconto che fa dire al lettore: "Bene, mi riflette completamente! Ci ritrovo confermate le cose in cui credevo". Sebbene spesso scherzoso, NON E' uno scherzo per passare il tempo né una favola consolatoria. NON vuol dare prescrizioni sulla vita. NON è utile solo ai narratori: è pieno di riflessioni sulla poesia, e presenta varie buone poesie. Chi volesse sapere qualcosa in più su libro e autrice, può cercare notizie nel sito pennavaja.com; nel sito 'Antologia del tempo che resta' di Paolo Ferrario (le opere di Pennavaja sono discusse molte volte); nell'estratto del libro cartaceo "Danzare fra il buio e la luce" (sito Youcanprint); nella recensione di Ivano Mugnaini reperibile a breve da qualche parte.
Il racconto è la storia di un'esistenza piena di difficoltà, attese, amori, errori, sorprese, benedizioni. La protagonista narra la sua vita, dal giorno in cui è nata (non desiderata) al giorno in cui vede che, nonostante dolore e delusioni, può accettare e perdonare. Le svolte nell'intreccio non sono sorpresine pre-ideate per tenere sveglio chi legge: nascono per necessità dalle vicende, dal carattere dei personaggi (Marina, Carlo, Andrea, Nino, zia Clara, Rosa, altri) i quali, congrui e vitali, vanno incontro al loro destino. Il conflitto di genere è presente, ma non ideologizzato né esagerato. (La buona letteratura non ama il tipico, la parodia, la macchietta). La danza è reale e al contempo metaforica. Come ogni racconto importante, questa storia è leggibile a più livelli. Riletta, dirà al lettore cose che non aveva inteso o immaginato. Siccome il racconto è un'autobiografia "filtrata", nel saggio che lo segue Pennavaja rivela i dubbi e le ragioni che l'hanno indotta ad alcune scelte. Per il lettore desideroso di imparare, mette questo racconto in relazione con due suoi pezzi del 2000. Il saggio "I segreti della narrativa" è ricchissimo di citazioni, rimandi testuali, suggerimenti, note. L'appassionato di Kafka troverà che nel capolavoro "La metamorfosi" NON c'è nessuno scarafaggio, e perfino nessun insetto nell'esordio. Esperta traduttrice, Pennavaja traduce e spiega l'errore. Si mostrano esordi buoni ed esordi pessimi (cosa insolita, molto educativa). Il saggio critico – denso però scorrevole: l'autrice scrive per i suoi allievi! – è una fonte continua di scoperte nel campo della letteratura mondiale (V. Woolf, F. Kafka, A. Polgar, C. Coccioli, G. Mariotti, S. D'Arzo, G. Pontiggia, altri). Allieva di Giuseppe Pontiggia ma lontana da giochi clientelari, l'autrice mostra le debolezze di alcune "stelle" del firmamento letterario. Si spiega l'uso e l'abuso delle figure retoriche; l'abisso che separa il testo semplice da quello facile; la vicinanza fra poesia e prosa artistica: un testo buono è buona musica. Chi legge (sia egli bravo a scrivere, sia aspirante, sia puro lettore) trarrà grande vantaggio dal poter entrare nel laboratorio creativo di una scrittrice appassionata ed esperta. Visto che Cristina Pennavaja scrive dal 1970 (dall'economia politica è passata alla letteratura), che questo testo le è costato molti anni di fatica e al lettore costa poco (15 euro il cartaceo; 6,99 l'ebook), forse il denso, prezioso libro vale la pena di comprarlo (anche nelle librerie fisiche), leggerlo e magari farne dono a una persona cara
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