Earthbound. Muti e costretti a terra

Questa raccolta di poesie, a posteriori sembra un lungo racconto di fatti di cronaca, situazioni, contesti e fasi del vivere quotidiano.
È una sorta di diario dei cambiamenti, e diario dei sentimenti, un percorso culturale e politico che evidenzia l'evoluzione della società nella trasformazione delle varie problematiche sociali.
Quando scrivo mi prefiggo sempre di essere schietto, non amo le perifrasi o il "vogliamoci bene" oratoriale ma superficiale.
Sono aggrappato alla coerenza, nonostante riconosca di avere priorità ormai fuori tempo, e pochissime verità.
Cerco, quando scrivo, di usare un linguaggio il più autenticamente intimo, senza troppe mediazioni.
Antiaccademico? Si, senza avere la volontà di esserlo; realistico? Certamente, o almeno quello è il punto di partenza.
Quando scrivo non penso ad una poesia consolante, quando scrivo è perché intendo lasciare una scia di riflessioni che poi chi vorrà potrà interpretare, approfondire o ignorare, come vuole.
Il nocciolo e la vera spinta iniziale però è che scrivo soprattutto per me, per rasserenare le mie mancanze e le mie gioie, e per avere una fotografia un poco più definita di questa realtà che a volte fatico a comprendere.