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Fare poesia.Manualetto di metrica italiana

Fare poesia.Manualetto di metrica italiana

di Lidia Beduschi (Autore)

I poeti moderni hanno spesso scritto in versi sciolti che rispettano le misure tradizionali praticate da secoli pur senza rime e senza curarsi affatto di strofe o altri artifici retorici. I contemporanei scrivono poesie in versi liberi, hanno abbandonato cioè anche le misure dei loro versi, e certo non si preoccupano di rime, anche se la rima baciata, quella di cuore con amore, per molti ancora, forse pur scherzosamente, vuol dire poesia per antonomasia. Eppure tutti i grandissimi, grandi, affermati poeti non possono fare a meno di conoscere le regole del “fare poesia”, le tecniche; non possono fare a meno della “cassetta degli strumenti”, anche e soprattutto quando consapevolmente ne scelgono altri. E dunque ci voleva, ho pensato io che vengo da studi classici, che ho insegnato poesia, scritto poesie, soprattutto letto poesie, ci voleva quello che non ho più trovato in libreria: un manualetto agile di metrica italiana ad uso dei poeti nuovissimi e giovanissimi che per fortuna non abbandonano quest’arte.

Informazioni editoriali

Data di uscita
2015
Editore
Youcanprint
ISBN
ISBN
9788891173973

Recensioni clienti

5 su 5 stelle sulla base di 1 Recensioni
Da Alberta Sereni il 22 mar 2021
Ebook

Una mia nipote di 15 anni, secondo anno di scuola superiore, si è incollata davanti a questo testo. Garantisco che se lo si lascia prima dell’ultima pagina, la 53, e ci si ferma ad esempio alla fine della 45, dopo la lettura delle prime due stanze di Chiare fresche e dolci acque, è solo per correre a leggere il seguito del CXXVI del Canzoniere. Un primo risultato è raggiunto: questo libro ha spinto me, e mia nipote, a leggere dei versi. E a leggere con la voglia di leggere dei versi. Ce n’è anche per chi volesse scrivere, e non necessariamente testi poetici, ma semplicemente dei buoni testi. Occhio allora al consiglio di fare attenzione, sempre e comunque, alle trame sonore, alla “ricerca” cito testualmente “di un ordine sintattico, alle figure retoriche, alla cura nella scelta delle parole”. Una sola segnalazione: a pagina 27... attimo di sosta, lungo inspiro, piccola retromarcia, temevo di perdermi. Ho l’impressione di inoltrarmi su un terreno più difficile, più didascalico, perdo la sensazione che avevo fin qui, di essere accompagnata in una facile esplorazione. Ma accetto la sfida, vado avanti, insisto, e scopro subito dopo che la caparbietà viene premiata. Percepire il ritmo, con una poesia del Pascoli (E s’aprono i fiori notturni) come l’autrice ci chiede di fare, è un gioco. È la piacevole scoperta del ritmo. Se non siamo poeti, almeno siamo seguaci della musica. Grazie, Lidia!

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