Filosofo con grande libro

Il principio di questo libro consiste nel mantenere un valore assoluto per il mondo della coscienza e si oppone al metodo di porre di là dall’osservazione una realtà, puramente presunta, che viene definita come sostanza e causa rispetto al mondo della coscienza. La nostra vita non dipende dalle fantasie che chiamiamo Dio, Anima o Mondo Esterno. Questo principio ci guida nel commentare i fondamenti della conoscenza. Nella relazione fra mente e cervello sono tutelati entrambi i termini rinunciando ai costrutti concettuali per via dei quali la mente, che è in primo luogo la vita cosciente, si trasforma nell’inutile appendice del cervello. La soluzione si avvale dell’analogia secondo cui la mente è musica e il cervello è uno spartito musicale. Nella critica al meccanicismo è coinvolta la teoria dei neuroni specchio perché queste cellule ricadono nella ingegneria dell’uomo-macchina. Una particolare attenzione è rivolta, poi, alla nozione di tempo: lo scorrere degli eventi è soggettivo e quindi la Grande Esplosione (il Big Bang) va intesa indifferentemente come Esplosione, l’esordio del cosmo, e come Implosione, l’esito del cosmo, perché l’una o l’altra sono decise dagli occhi dell’osservatore. L’orizzonte del libro è propizio a una narrazione non riduttiva del nostro vivere, fino a comprendere le visioni in prossimità della morte, ed è concorde alla vocazione della mistica orientale.