CARRELLO
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Ci sono storie che non si lasciano spiegare, solo attraversare. Come la nebbia di un sogno o il ricordo di un nome mai pronunciato, questa storia si svela a chi sa ascoltare il silenzio. Una scalinata antica, una musica perduta, un amore che sfida l'oblio: tra ciò che è stato e ciò che poteva essere, si muovono passi incerti ma necessari. In questo romanzo, ogni frammento custodisce la dolce vertigine di una memoria che non vuole morire. Leggetelo come si ascolta una melodia lontana: con lentezza, con rispetto. E forse, alla fine, vi accorgerete che stavate danzando anche voi.
Il romanzo può essere letto tutto d'un fiato, ma io vi consiglio di leggerlo lentamente, assaporando le pagine, ben cucite tra loro da suoni e odori, melodie e paesaggi, cultura e storia, immagini e realtà che sembrano lontane, dimenticate. Cogliete lo sforzo e l'onore dell'autore, la sua premura e preoccupazione di tenere in vita certe sensazioni, piegate al fascino della nostra terra. Il treno e il suo lungo cammino, l'ambiente e l'attesa, le stazioni, le città, i paesini sperduti, le luci delle case e solo di alcune stanze, la notte. La cornice che fa da mantello al racconto è stata come una difesa, un conforto, prima che inaspettatamente l'autore cominciasse ad aprirsi, regalandomi una narrazione piacevolissima e d'altri tempi, riportandomi nell'età in cui tutto è invincibile e amplificato, e il tempo è l'amico che tende la mano. L'impressione è di essere lì, aspettando quel giorno senza tempo, provando a pizzicare quelle corde e toccare quei bei capelli per poi vederla danzare, con la grazia che solo Lei concede, nella Catania di notte, tra vicoli che sanno di musica e lettura. E' meraviglioso. Ti avvolge e ti rapisce completamente. Piano piano l'autore comincia a svelarsi, il romanzo ha pagine toccanti, parole non scritte che fanno dolore, ma lo fa ancora dolcemente come dolce è la sua penna quando descrive i personaggi, Antonino e Maria. Segnati da un amore profondo e spinti dallo stesso, ciascuno reagisce. Un romanzo dalle note inaspettate. Ne consegue quello che ognuno di noi è costretto a subire, ad accettare in questa vita: la perdita, la fine, il distacco, e inevitabilmente l'alienazione e lo smarrimento di sé. Il romanzo è ben articolato e l'intreccio iniziale nulla svela del suo continuo. È come se l autore ci prendesse per mano, ci preparasse perché lui stesso è lettore, in questa vita. Come chi saluta un antico borgo dopo averlo visitato, o scorge il sole all'orizzonte, o chi ascolta l'ultima nota di una vecchia canzone... e lo fa fino alla fine del tempo. Credo che al di là della bellezza del romanzo e della sua importanza (io lo metto al pari di un romanzo da Antologia), l'autore voglia mostrarci qualcosa: quella strada, la stessa che ha illuminato per sé che seppur sterrata e ciottolosa è l'unica, la vera salvezza dell'anima , è la coscienza di una fine, l'accettazione della realtà, la consapevolezza di esserci e di non aver perso niente, così da vederla danzare ancora e ancora, nel tempo e fino alla fine. Per sempre. Scorrevole, dolce, malinconico, importante, carico di Fede, oserei dire, con un finale dovuto, necessario, da grande classico, da grande romanzo. Complimenti all'Autore, al suo ingegno, che l'Amore, in qualsiasi forma si esprima e si manifesti, divampi. Poi fidiamoci, affidiamoci ché quello stesso Amore appaga.
Fino alla fine del tempo. Un libro che ti prende sempre di più,man mano che vai avanti con la lettura È un intreccio di emozioni,ti graffia l'anima,ti ferisce,ti coccola,ti spiazza e ti riporta in sesto Da leggere sicuramente,ma non con gli occhi Aprite la vostra aura e leggetelo
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