CARRELLO
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di Domenico Caruso (Autore)
Rivisitare la memoria collettiva, costituita dal ricco patrimonio culturale del passato, oltre a far comprendere l'identità del popolo calabrese, giova a scongiurare l'odierno processo di disgregazione dei valori. Canti, detti e aforismi hanno la funzione straordinaria di considerare il rapporto delle classi subalterne nella società.
Il materiale, raccolto nel reggino, rivela specialmente nei proverbi, l'influsso magnogreco nel linguaggio e nella tradizione. Dalla "Calabresella" al contrasto amoroso "Li molti vuci" è un susseguirsi di suggestioni che lasciano il segno. Riti ed usanze, curiosità e leggende trovano un adeguato spazio nel calendario delle feste.
Nella civiltà contadina vengono condannati, ancor prima della Chiesa, i vizi capitali.
La seconda parte del libro è riservata alla storia della "Vallis Salinarum" (Piana delle Saline), di tempo in tempo di S. Martino, di Terranova, di Gioia Tauro. In epoca consiliare la via Salaria univa la Città Eterna a Porto d'Ascoli sull'Adriatico e nell'estremo Sud la via Popilia veniva utilizzata al trasporto del prezioso prodotto.
Il "Solenne Parlamento" del 1283 e le nozze di Ruggero dei Normanni hanno reso famoso il paese di S. Martino.
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