Giocando con le parole e un po’ d’OuLiPo e OpLePo

Ho appena finito di leggere l’ultimo volume pubblicato da Alessandro Rizzitano, Giocando con le parole e, come in un colloquio seppure a distanza, ho avvertito il desiderio di comunicargli le mie impressioni di curioso lettore. Questa volta non è un volume sulla fotografia, che Alessandro ama tanto, ma sull’uso scaltrito e sapiente della lingua italiana. Ho ritrovato con vero piacere la verve dello scrittore messa in mostra nel volumetto dedicato agli errori/orrori prodotti dai concorrenti del quiz “L’Eredità”, ma questa volta c’è molto di più: attraverso ventiquattro brevi e godibilissime “storie”, l’autore ci sorprende, intessendo una rete affascinante che contiene neologismi e omofonie, nonsense e calembour e tanto altro. Il che riesce a sorprendere il lettore e soprattutto a strappargli continui sorrisi, o anche risate toto corde. Frutto della capacità di Alessandro di padroneggiare la materia che affronta, sostenuto dalla “curiositas” e dall’intelligenza che trasforma un gioco mentale in un godibilissimo rincorrersi di invenzioni sorprendenti. Non aspettiamoci perciò un barboso trattatello, ma accingiamoci a gustare una lettura davvero amena, allietata anche dalle sorprendenti illustrazioni realizzate dall’autore che si è servito a questo scopo di un programma informatico di intelligenza artificiale. La seconda parte, che l’autore estrae da considerazioni e informazioni altrui, pur non avendo l’irresistibile piacevolezza della prima, è un indispensabile corredo di preziose informazioni che guidano il lettore alla scoperta di un fenomeno affrontato da grandi autori italiani, francesi e non solo, da Italo Calvino a Edoardo Sanguineti, a Raymond Queneau, a Umberto Eco e tanti altri “pezzi da novanta” della letteratura e delle scienze matematiche mondiali. Spero che queste brevi considerazioni spingano il pubblico ad accostarsi alla lettura di questo testo: ne vale la pena, credetemi! Roberto Picone