CARRELLO
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di Giuliano Ferrari, Maria Maddalena Ferrari (Autore)
Come gli autori (militare professionista e psicologa) sostenevano nelle righe conclusive del loro libro "Bestie da Guerra", [1] sull'uso degli animali per scopi bellici, le organizzazioni militari si sono evolute in una sorta di sottospecie dell'Homo sapiens, i cui comportamenti si prestano ad essere esaminati coi criteri dell'etologia comparata, della sociobiologia e della psicologia, come quelli di altri animali sociali selezionati da analoghe esigenze di sopravvivenza, efficienza e competitività. Nella storia, il compito della difesa delle comunità da nemici esterni è stato demandato quasi soltanto agli uomini e specialmente ai giovani adulti, fisicamente più prestanti, ma anche più agevolmente addestrabili e motivabili contro il nemico e spendibili con minor rimpianto, fino a farne una casta almeno temporaneamente specializzata. In tutto il mondo i soldati e i loro comandanti vengono sottoposti a peculiari tecniche di socializzazione e di addestramento, anche in unità d'élite come i marines americani e le truppe alpine italiane, per ottenere le prestazioni fisiche e psichiche che la vita militare richiede. I criteri di selezione dei comandanti sono simili nel mondo e l'influenza dello spirito militare nazionale è determinante sul morale e sull'efficienza dei reparti, che si cerca di aumentare ricorrendo alle tecnologie delle armi, dell'elettronica, dell'informatica e della biochimica e affiancando il combattente (o sostituendolo) con robot ogni giorno più sofisticati. Nella vita dei soldati di ogni nazione e di ogni tempo, restano intramontabili i connotati e le funzioni della marzialità: le uniformi, le armi, i distintivi, la disciplina, l'etica epica e monastica, l'addestramento in ordine chiuso, le cerimonie formali, il costante richiamo all'esempio dei caduti, lo spirito di Corpo, le prevaricazioni degli "anziani", i riti posturali come l'at-tenti e il ri-poso e l'assillante dovere del saluto militare, la gerarchia rigida e palese, lo stile e le norme di comportamento, esplicite fin nel dettaglio o semplicemente "respirate" nell'austera atmosfera delle caserme. In questo contesto, l'inserimento delle donne nelle Forze Armate può comportare alcune difficoltà. Con gli anni, il mutare della situazione strategica internazionale e della politica militare nazionale ha modificato le strutture e i compiti delle unità. Il diritto bellico nazionale e internazionale e le regole umanitarie della guerra hanno ritrovato attualità dopo mezzo secolo di oblio e le insidie delle operazioni "di pace" oltremare sono tornate a far parte del mondo reale anche per l'Italia, imponendo nuove regole per la gestione dei conflitti e l'impiego delle Forze Armate.
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