Hotel Lucerna

Il Lucerna, nome in onore della città elvetica oltreconfine che però evoca anche l'antenata della lanterna, è un albergo sperduto sulle pendici del monte Bianco nell'immaginaria località di Amouvaz e fa da cornice alle vicende dei suoi addetti che lo hanno affettuosamente soprannominato il Grande Imbuto: una bella ragazza turca, piena di vita e con la passione per il cucito, che si fa da sé abiti sgargianti in uno stile da lei definito burlesque, invaghita del proprietario e angariata dalla famiglia d'origine per l'emancipazione dal modello di vita tradizionale; un giovane albanese geloso che vorrebbe sposarla; un persiano che, per non smarrire la propria identità, minuziosamente cataloga nei suoi spostamenti la posizione geografica e le distanze dalla terra d'origine; un losco cameriere sudamericano dal carattere impossibile; un avvocato trafficone che cerca di coinvolgere il titolare, amico d'infanzia, in improbabili investimenti e alla fine s'impossessa dell'albergo; su tutti, il protagonista della vicenda, Paolo Di Maio, originario di Pannarano, piccolo comune perso nell'appennino avellinese di cui è un'enclave amministrata dalla provincia di Benevento, emigrato in Valle d'Aosta, dove da anni si è sepolto nell'albergo di cui è titolare tradendo la sua vocazione per la scrittura.

Con uno stile rapido e leggero che alterna toni divertiti e a volte irriverenti a squarci di lirismo, l'autore descrive i pensieri, i crucci e le peripezie nel mondo d'oggi di Paolo, sempre alla ricerca della verità (da cui è ossessionato insieme a un sogno ricorrente) e di una svolta che favorisca il suo talento per la scrittura in una vita che sente come inautentica e tormentata. Si imbucherà, per scarsità di liquidi dato che gli affari non vanno bene, in un costoso corso di sceneggiatura tenuto a Roma da un guru della comunicazione e della scrittura creativa, l'americano Robert McKee, dove incontrerà una disinvolta giovane di belle speranze che divide la casa con una compagna di gusti dominanti (con le quali Paolo sarà coinvolto in un ménage à trois per lo spazio di una notte) e che, con i suoi contatti e tresche nel sottobosco del mondo della cultura, cercherà di procacciargli un contratto per la sua sceneggiatura. Paolo a sua volta incontrerà alcuni personaggi di quel mondo, a diversi livelli: da un'agenzia con sede nel tinello di casa di una svedese ottuagenaria all'ufficio prestigioso di Ettore Bernabei, ex presidente della Rai e al momento titolare di una casa di produzione, passando per registi che lui giudica bolliti e premi Oscar alla sceneggiatura come Ennio De Concini, fino a un importante editor della Mondadori, incrociato al Salone del Libro di Torino, che gli promette un colloquio di lavoro a cui non si farà mai trovare. Alla fine il protagonista ottiene dall'organizzatore del corso l'incarico di rimaneggiare una sceneggiatura di dubbio gusto opera di terzi. Dopo avere cercato d'insediarsi a Borghetto Flaminio, forse in cerca d'ispirazione, nella baracca abusiva nel cuore di Roma dove il poeta Valentino Zeichen, appena scomparso, era vissuto per decenni, il protagonista — pentito e stanco di perdere tempo a rincorrere chimere, ma soprattutto per mantenere un'antica promessa fatta alla dipendente turca, ridotta in fin di vita dalle percosse di un fratello — partirà infine per la Turchia con un biglietto di sola andata e ritroverà, se non sé stesso, la pace in un ex orfanatrofio di Istanbul, confiscato dalle autorità turche alla Chiesa cattolica e trasformato in ostello da un santone cosmopolita per poter mantenere l'antica cappella agibile alla minoranza di cristiani perseguitati dall'intolleranza religiosa, missione che avrà un risvolto tragico e cambierà la vita di Paolo.