Il mio cammino del Tagliamento: dalla foce alla sorgente

Lo confesso: ero in preda alla paura e all'indecisione che precedono ogni viaggio rischioso. Ma solo per poco perché quasi subito ritrovavo fermezza e conforto riflettendo sulle parole di Reinhold Messner: "Mi avvio, ogni inquietudine, ogni esitazione si dissolve". Do uno sguardo alla mappa.
Il corso del Tagliamento mi appare estenuante, con tutti i suoi meandri e gli inattesi cambi di
direzione. Faccio due conti. Sulla carta risultano quasi 190 km! Un cammino che nasce nella mia mente prima ancora di uscire dalla porta di casa. Un progetto stupefacente che però rimane a lungo a tergiversare in un angolo buio del mio cervello. Un semplice, estenuante filo di attesa.
Sogno di incamminarmi lungo un iniziale tratto di strada asfaltata, una monotona striscia nera che però, poco dopo, è lacerata, si esaurisce come d'incanto tramutandosi in un tragitto bianco, immacolato. Lì per lì traccio una riga per terra, la attraverso di un balzo per affrontare finalmente un percorso senza itinerari già programmati, una cartina muta. Esamino questa semplice, trascurabile, riga sottile che sembra dividere due mondi: uno abitudinario fatto di frenesia e impazienza e uno antico, lento, indolente, aperto agli incontri e alle relazioni. Beh, certamente questo sarà un cammino che aiuterà a rigenerarmi, a riprovare sorpresa e meraviglia.