Il portale della speranza

Recensione "Il portale della speranza" di Ignazio Mura Immaginatevi un extraterrestre - con le sembianze di un merlo - che proviene da un sistema evoluto e che si confronta con l'autore che vive in questo nostro mondo “malato e impietoso” alla ricerca del varco spazio-temporale, del portale, che lo riporti al suo mondo. Immaginatevi questa ricerca fatta percorrendo i più bei siti archeologici della Sardegna. Immaginatevi un mondo dove l'istruzione, la ricerca, la giustizia, la sanità, i trasporti pubblici, il sistema produttivo, il lavoro, l'organizzazione sociale e familiare, in una parola il sistema di vita, sia efficiente e armonioso in contrasto col nostro martoriato mondo. Immaginatevi un romanzo che non è un romanzo, una favola che non è una favola, una guida turistica che non è una guida turistica, un saggio che non è un saggio. L'intento dell'autore non è infatti letterario, tanto meno quello di offrire una guida turistica o di dispensare un saggio sulla buona organizzazione sociale. Il tutto è funzionale al raggiungimento di due obiettivi: il primo è di offrire degli argomenti per un confronto di idee sulle possibilità di “salvezza del genere umano” e il secondo, più personale, è la promozione e valorizzazione della propria terra natia. Il lettore avveduto saprà cogliere all'interno dell'opera il pensiero dell'autore che dichiara di non essere possessore di alcuna verità ma che spera di “generare curiosità, porre quesiti, alla ricerca di risposte che abbattano le barriere, in un confronto rispettoso e leale con il prossimo” . In questa sua affermazione si può racchiudere la cifra, il valore, della sua opera e il suo messaggio: oggi più che mai bisogna abbattere le barriere che ci separano, oggi più che mai il rispetto del prossimo è alla base dell'umana salvezza.