CARRELLO
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Il Circo d'Oriente arriva in città, con la sua corte di saltimbanchi e illusionisti. Il pubblico si raccoglie rapito di fronte ai trucchi del grande prestigiatore. Uno spettatore, tuttavia, seduto in alto sulle tribune, con la mantella di tweed e un sigaro spento tra le labbra, non è per nulla divertito. Non è venuto per lo spettacolo. È giunto per una sua personale e particolare missione.
Ma non ha ancora idea di ciò che, alla fine della pista, lo attenderà.
Questo romanzo breve arricchisce di nuovi ed originali personaggi, mai convenzionali, la già ricca galleria creata dalla fervida immaginazione dell’autore con i suoi precedenti romanzi (Deanor, Un anno da pirata, I due titani) e con i suoi numerosi racconti (in parte raccolti in Contrappunti). Protagonista de “Il Prestigiatore” è un misterioso “uomo con la mantella”, che si introduce in un altrettanto fantomatico “Circo d’Oriente”, dove troviamo tutte le attrazioni “classiche” della tradizione circense, ovvero il prestigiatore, la donna cannone, il mangiafuoco, la donna serpente, il fachiro, l’odalisca e molte altre. L’ “uomo con la mantella” assiste al numero, classico fra i classici, della ragazza segata in due dal “Maestro Renatin Le Chemin”, presentato dal “deus ex machina” del circo, il Sultano, imbonitore e, scopriremo presto, padrone e aguzzino del circo stesso. Dalla fine del numero inizia la caccia del nostro protagonista, il quale si addentra fra i carrozzoni del circo alla ricerca della ragazza segata in due, mai riapparsa fra il pubblico, e della sua “Stella”, che non sappiamo cosa sia. Capitolo dopo capitolo, come in una filastrocca dove i buoni scalzano i cattivi e viceversa, seguiamo le scoppiettanti vicende dell’uomo con la mantella, braccato o aiutato, a seconda delle situazioni e delle alleanze che si creano, dagli artisti del circo. La creatività dell’autore, come al solito, non ci lascia mai delusi, poiché i personaggi, come in un caleidoscopio, vengono tratteggiati, definiti con grande ricchezza, poi, al passaggio fra le carrozze dell’uomo con la mantella, unico elemento estraneo al circo stesso, vengono rimescolati fra loro, in quel grande caleidoscopio di vita e di sentimenti che è il mondo circense. Il linguaggio usato dall’autore è molto ricco. Alcuni capitoli si aprono con le descrizioni, molto fiorite di aggettivi, del nuovo personaggio introdotto sulla scena del libro, come ad invitare il lettore ad un rallentamento per conoscere a fondo questa nuova figura, poi la narrazione si asciuga e riparte incalzante sul filo della trama, che spinge inesorabilmente ad andare avanti per cercare di saperne di più su questi strani tipi che nulla hanno di rassicurante. L’atmosfera iniziale è quella classica, fatta di sorrisi, curiosità e gioia degli spettatori in attesa; ben presto, però, ci troviamo proiettati in una specie di incubo, dove la suspence è sapientemente tenuta alta sino alla fine, quando tutti gli enigmi si sciolgono. Citando una frase pronunciata dalla Donna Cannone potremmo dire: “No uomo. Qui nulla è come sembra. E’ tutta una sostituzione”. Non manca mai nell’autore il gusto sottile per l’ironia, che traspare anche nella scelta di alcuni nomi, come ad esempio quello di “Renatin Le Chemin”, la cui natura scopriremo alla fine, o che traspare in diversi passaggi del racconto. Infine un’annotazione sui dialoghi, sempre molto efficaci e pertinenti, che sostengono e sospingono in avanti la narrazione in modo molto efficace. Un’altra prova riuscita e che merita di essere letta di Cesare Bartoccioni.
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