CARRELLO
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di Francesco e Nazareno Storani (Autore)
Apparteneva alla Classe di maggiore prestigio, la Ammiragli. Questi sommergibili erano stati progettati per la “guerra di corsa”, dunque “corsari” solitari in grado di rimanere in mare per mesi tendendo agguati. Erano superiori, per prestazioni, a quelli dei pur temibili sommergibili inglesi. Ed è proprio uno di questi, il P34 Ultimatum, a colpire mortalmente il Millo. Era il 14 marzo 1942. Il momento fu colto dal nemico con astuzia e perseveranza quando il sommergibile italiano, ormai in fase di rientro e su una rotta di sicurezza davanti a Punta Stilo, attendeva l’ordine di entrare nel porto di Taranto. Navigava in superficie. Due siluri a prua. Cinquantasei morti. Quindici superstiti. Fra questi ultimi non compare il nome di Nazareno Storani, Capo meccanico di 2a classe. Imbarcato in quella occasione in sostituzione di un collega in licenza. Incerto il punto dell’affondamento. Dopo meticolose ricerche, il subacqueo Paolo Palladino, capo spedizione del Thalassoma Diving Team di Soverato, trova il relitto, riconoscibile per le modifiche apportate alla torretta. I ricordi e la commozione si risvegliano con forza. Per gli autori, figlio e nipote del “capo” Storani, è un dovere approfondire le indagini, rintracciare almeno alcuni dei sopravvissuti, i parenti dei caduti. Ne nasce una raccolta ricca e commovente di documenti, testimonianze, ricordi ancora profondamente e dolorosamente incisi nella carne. L’ansia e i timori di chi andava in missione si intrecciano con quelli di chi a casa aspettava notizie. Fino a quando le notizie non giungono più. Il Millo è in fondo al mare.
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