Il tempo non si cancella

“La vita fugge, et non s’arresta una hora... e l’rimembrar et l’aspettar m’accora” scriveva Petrarca nel sonetto CCLXXII del Canzoniere e, per un sottile filo di continuità, da lì sembra partire il poeta della riflessione moderna Fabrizio Melina, da una profonda riflessione sul tempo, sul suo scorrere fulmineo, insensibile ai nostri desideri e affanni. E allora come affrontarlo? Come contrastarlo e vincerlo? Molto semplice per l’autore de “Il tempo non si cancella” teniamo con noi, come compagni del viaggio chiamato vita, solo ciò che ci fa star bene, ci conforta, e lasciamo andare tutto quello che ci ha fatto soffrire, il dolore lo abbiamo già provato, il buio lo abbiamo già vissuto, le lacrime sono già scese, ora tutto questo non ci serve più è necessario lasciarlo andare, sicuramente il dolore ci ha fatto crescere, essere quello che siamo oggi ma ora ci attende un nuovo cammino perché “quando la nostra mente si ancora ad un evento concreto del passato, smettiamo di investire in noi stessi in modo pieno e sano”. “La vita è come una valigia” compagna del nostro viaggio ma è necessario imparare che deve contenere solo ciò che vale veramente. E l’amore per la vita dell’autore si legge poi nel dipanarsi di tre storie apparentemente lontane, diverse, diversi i protagonisti, i luoghi, i tempi ma con un denominatore comune: lo specchio. “Sublime specchio di veraci detti, mostrami in corpo e in anima qual sono” scriveva Alfieri nel sonetto CLXVII delle sue Rime e le anime di Melina nascono sempre nel suo Polesine, tra gli amici che lo hanno accompagnato per un tratto del suo viaggio accarezzando il suo cuore, ma a sfiorare la sua anima arrivano storie e personaggi anche da altri mondi conosciuti, forse, nei suoi viaggi, nelle sue letture, nella sua musica. Vite diverse, fatte di scelte a volte semplici a volte difficili da capire ma legate tutte da quell’immagine riflessa nello specchio che impietosamente svela le crepe dell’anima. Continua così l’esperienza letteraria di Melina, sul filo delle storie da leggere nelle parole ma soprattutto tra le righe, vicende che accompagnano il lettore verso un guardarsi allo specchio, verso una riflessione profonda perché questo è la sua scrittura: un conoscere se stessi per capire ciò che vogliamo essere.