CARRELLO
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di Angelo Porcaro (Autore)
È difficile racchiudere la vasta produzione di Matilde Serao entro gli schemi ristretti di un genere letterario e più difficile ancora è trovare una definizione unica da dare alla sua narrativa: in linea generale si tende a far rientrare la scrittura della Serao nel filone della letteratura realista.
L'accostamento agli altri tre grandi veristi italiani (Verga, De Roberto, Capuana) è della stessa Serao, che, però, non soddisfatta unicamente dei programmi veristi, cercò altre soluzioni narrative e formali. Per questo motivo, la varietà dei giudizi critici sulla produzione della stessa è considerevole: da quello del Croce, che la voleva scrittrice della "piccola borghesia e della plebe" a quello di Emma Giammattei, che l'ha definita "scrittrice del grande romanzo di Napoli"; dalla "Serao internazionale e mondana" secondo Michele Prisco a scrittrice "disordinata" secondo Luigi Russo e Attilio Momigliano. E ancora possiamo ricordare Tommaso Scappaticci, che definisce il genere della Serao "realismo mediano", adattabile a diverse situazioni narrative, o Antonio Palermo, che preferisce qualificarlo come "realismo abbondante".
La narrazione della Serao muove, pertanto, da dati realistici, dall'osservazione diretta delle "cose viste" per trascolorare ben presto nell'autobiografismo, denotando la modernità della scrittrice, che avviò la letteratura verso formule nuove.
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