Jackie cammina nell'ombra

Sfogliando le pagine della vita, per fare quei bilanci 'che non ho quadrato mai', mi rendo conto che tante di esse sono state scritte non da me, bensì da coloro che hanno scritto libri che fanno letteralmente parte della mia esistenza, come parte integrante ed insostituibile di essa. Ed è così che fra le pagine dei miei ricordi più preziosi spuntano quei libri che hanno cambiato il mio modo di vedere le cose o, in tanti casi, la mia stessa vita. Possibile? Possibile. Eccome. A volte mi ritrovo a pensare a come potrebbe essere la vita se non ci fossero i libri, e il buio vuoto che appare nella mia mente come risposta è un buio che mi atterrisce. Nell'epoca del digitale e degli istanti e dei video e delle informazioni immediate che leggi con un occhio già a quella successiva, i libri continuano ad esistere, ma il freddo che spesso sento non è molto distante dal buio che percepirei qualora di libri non ce ne fossero più: sempre più persone pescano libri a caso dagli scaffali 'scelti per voi', e sempre più persone scrivono pur senza avere nulla da dire, parlando per pagine e pagine del 'grande nulla'. Ma la vita è davvero imprevedibile, e senza rendertene conto ti ritrovi fra le vie di un paesino perfetto, dove i fiori sono ben curati e dove tutto funziona alla perfezione e dove c'è un silenzio che ti mette in pace con il mondo. E si sta bene, a Greenbury. Molto bene. Ma... ma basta poco per incrinare gli equilibri, quando questi sono basati soltanto sull'apparenza, e all'improvviso, all'incrocio di una delle strade di questo piccolo vilaggio, ho assistito alla disgregazione delle certezze, accompagnata da sguardi completamente diversi fra di loro: sguardi stupiti, sguardi di terrore, sguardi colmi di speranza. E tutti legati fra di loro dall'ineluttabile consapevolezza che quando si innesca il meccanismo del cambiamento è impossibile arrestarlo. Sono rimasta poco, a Greenbury. Troppo poco. Ma non potrebbe essere altrimenti, quando la narrazione ti prende per mano portandoti a divorare pagina dopo pagina senza nemmeno accorgerti che il te bollente che hai preparato per coccolarti durante la lettura è diventato ghiacciato senza che tu ne abbia bevuta nemmeno una goccia. Perché 'Jackie cammina nell'ombra' ha tutto quel che rende tale un romanzo: ha la storia, intrigante sin dalla prima pagina; ha il ritmo, fluido e quasi senza tempo all'inizio e sincopato e accelerato e serrato sin dopo il primo scricchiolio dello scheletro degli equilibri fasulli; ha i personaggi, cui l'autrice ha dato una dimensione psicologica tremendamente esaustiva spesso con poche parole, adoperate con incredibile maestria. Jackie ha tutto quel che ti permette di amare la lettura per la sua capacità quasi magica di farti dimenticare la tua vita, per portarti davvero in un piccolo paese in cui avrò sempre la fortuna di dire 'Ci sono stata'. 'Jackie cammina nell'ombra' è uno di quei libri che deve esistere fisicamente sugli scaffali di quei libri senza i quali non potrei vivere, nonché uno di quei libri che vanno letti e riletti, perché oltre a tutto quel che ho già detto, Jackie ha la spiazzante capacità di dar vita a molteplici interpretazioni, e so già che quando lo rileggerò, fra qualche mese o fra qualche anno, lo vedrò provando altre emozioni, che saranno importanti tanto quanto quelle che ho provato ora quando, girando l'ultima pagina, mi sono resa conto di essere in apnea. Ci sono autori che vivono accanto a noi, magari in una via che percorriamo ogni giorno e che magari incrociamo mentre siamo intenti a camminare ascoltando la musica, e che ti passano accanto mentre passeggiano con il loro cane. Autori speciali per il fatto che non si rifugiano nel mondo dell'impossibile, ma che ti conquistano e disarmano per la semplicità con la quale abbassano lo sguardo quando fai loro i complimenti, e per la naturalezza con la quale prendono in mano la penna e non sentono l'acqua in pentola che bolle e nemmeno il telefono che suona. Autori che, come Nicoletta Bosio, hanno costantemente il coraggio e la passione e la voglia di tirar fuori dal cassetto le loro pagine, e che ti fanno sperare che quel cassetto no, non lo chiudano mai, e che vadano avanti a scrivere per sempre, perché lei e le sue storie e il suo modo di scrivere iniziano a mancarti quando senti, fra le mani, che l'ultima pagina si sta avvicinando.