CARRELLO
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a cura di Danilo Romei
di Giulio Rospigliosi (Papa Clemente IX) (Autore)
La Genoinda di Giulio Rospigliosi (1600-1669) mette in scena la vicenda di una donna che era oggetto di devozione popolare come santa Genoveffa di Brabante (anche se la Chiesa non concesse mai la ratifica ufficiale alla beatificazione). Come santa di popolo era stata protagonista di diffuse legendae agiografiche e più di recente di una sorta di romanzo edificante, scritto da René de Ceriziers (L'innocence reconnue, 1634). Rospigliosi adotta la prudente linea ufficiale della Chiesa: la sua Genoinda (e non Genoveffa) è una moglie e una madre eroica, ingiustamente perseguitata, sfuggita alla morte per un caso meraviglioso, infine riconosciuta innocente e ripristinata nel suo grado e nei suoi affetti (ma non una santa). Ne scaturisce il suo dramma per musica più avventuroso e movimentato (come una sacra rappresentazione non rispetta né l'unità di tempo né l'unità di luogo); anche il suo dramma più ambiguo: la protagonista ha tutti i crismi della santità tranne la consacrazione. La politica curiale poteva esigere anche questo. Infatti il dramma fu rappresentato per la prima volta il 29 gennaio 1541 per un pubblico di dame, ma il vero destinatario dello spettacolo era il potente vescovo tedesco Franz Wilhelm von Wartenberg, per il quale era stato concepito e per il quale fu rappresentato di nuovo il 16 giugno. Si voleva festeggiarlo mettendo in scena un'eroina locale, senza compromettersi troppo.
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