CARRELLO
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Ogni mio libro ha preso forma da un piccolo impulso originario: un'immagine particolarmente intensa, uno scambio di battute particolarmente efficace, un brano musicale particolarmente evocativo.
"La Sottana della Vergine" non fa eccezione. Si è in pratica costruito attorno a una frase (la leggerete alla fine del libro). Sempre come al solito, i personaggi hanno fatto un po' quel che volevo io e un po' quel che volevano loro stessi; ogni tanto uno/a di loro irrompeva nella mia mente per strillare con indignazione: "Ti pare che IO potrei dire la tal cosa o agire in quella maniera?"
Così, dovevamo negoziare. Inoltre, io dovevo negoziare la mia scrittura, la mia ispirazione e i tempi relativi con una situazione personale assai difficile.
E l'atto del negoziare, del discutere insieme delle esigenze e dei problemi di ciascuno è diventato un altro fulcro del romanzo.
Siamo su una Terra futura, salvata in apparenza dall'autodistruzione dall'intervento di una razza aliena che "adatta" biologicamente il pianeta per potervi vivere. Agli esseri umani è offerta la scelta di ibridarsi per condividere quelli che sono divenuti spazi inospitali o di sopravvivere in piccole nicchie separate dal resto. La struttura sociale che gli umani ricreano per se stessi, nell'assoluta indifferenza degli alieni, è altrettanto compartimentalizzata e strettamente gerarchica. Le varie aggregazioni in essa presenti interagiscono in modo assai conflittuale.
La vicenda si snoda attorno a un personaggio che sta al punto più basso della scala sociale, uno "schiavo sessuale" e mutante genetico il cui comportamento è controllato nei mimini dettagli e persino a livello chimico e i cui tentativi di sfuggire a precetti basati su violenza e pregiudizi sembrano destinati al fallimento in modo inevitabile. Un Signor Nessuno per eccellenza, privo di talenti specifici, di aspettative, di sogni... e quasi privo di desideri, tranne quello di incontrare di nuovo "l'alieno" in cui si è imbattuto per caso anni prima. Ma sarà un desiderio che cambierà la Storia.
Un bel romanzo di fantascienza, assolutamente non banale. Il tema di un futuro post catastrofe, nel quale la salvezza è arrivata da un'invasione aliena, è trattato attraverso un grande approfondimento di quelle che sono le personalità dei protagonisti di questa storia. In parte è anche una storia d'amore, quella tra Syrma, il protagonista principale, e uno degli alieni (almeno tale appare), il cui incontro casuale di anni prima non è mai stato dimenticato da entrambi, ed è una delle motivazioni profonde (forse la maggiore) tra quelle che li spingono a mettersi in gioco. Il mio personaggio preferito è però Cassia, una vecchiaccia trafficona e dal pessimo carattere che, a modo suo, cerca di portare un po' di ordine in un mondo che ha ancora le ferite dell'inquinamento passato e che vive vari conflitti tra gli umani e gli "invasori/salvatori".
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