CARRELLO
Totale {{totalAmount|currency}}
"La via maestra", pur non essendo un romanzo d'amore, vuole comunicare al lettore "l'amore" profondo di un'insegnante per il proprio lavoro, il mestiere più bello del mondo.
Il lavoro si divide in due parti. Nella prima sono riportate nove lettere e quattro pagine di diario rivolte a varie classi; tre lettere indirizzate a due alunni.
L'ordine di presentazione è quello cronologico. A ciascun testo è stato aggiunto un titolo ed una breve presentazione, che ne richiamano il contenuto.
Nella seconda parte sono stati inseriti alcuni passi di lettere di alunni per sottolineare l'impatto avuto dalla corrispondenza epistolare sia nell'immediato che negli anni successivi.
In appendice ancora alcune frasi estrapolate dai testi degli allievi, a testimonianza di quella serenità vissuta nella relazione educativa, capace di aprire le porte al sapere e di attivare apprendimenti significativi.
Appartengo all’epoca delle citazioni estrapolate dal loro contesto originario… Leggere “La via maestra” mi ha riportato, infatti, ad una frase di un libro, una lettura estiva assegnataci da quella stessa “prof” di cui oggi leggo. Si tratta de “La coscienza di Zeno” e la frase è : “Scriva, scriva! Vedrà come arriverà a vedersi intero”. Condivido con Svevo e con l'autrice la consapevolezza di quale strumento potente sia la scrittura, uno strumento che, destreggiato in tenera età, può essere un salvagente efficace durante le maree emotive che ci accompagnano anche durante la vita adulta. Questo strumento durante l’adolescenza è, a mio avviso, vitale. Lo rende ben evidente questo libro e i suoi numerosi spunti di riflessione e approfondimento sull' "arte di vivere” nati dall'incontro (non un semplice “scontro”, ma un vero e proprio incontro aperto ed empatico) con i ragazzi nell'etá delle grandi domande. "Quando pianti un albero, pianti una cosa che cresce e che non sarà mai più com'era. Ma soprattutto pianti una cosa che cresce dal fondo. Tutto comincia dalle radici. La vera crescita è verso il basso, ma nessuno lo pensa mai. Pensiamo che si cresca verso l'alto. Che idiozia! Le madri, ad esempio, tu guarda come sono fiere che i loro pargoli crescano in altezza e invece bisognerebbe scavare sotto i piedi dei figli e vedere lì, nella terra, quanto sono cresciuti. Se no poi da grandi, cadono. Cadono a faccia in giù, come pali mal piantati nel terreno, senza radici." Da “Una barca nel bosco” di P. Mastrocola Recentemente, poco prima di leggere “la Via Maestra” ho avuto modo di riflettere sullo scrivere lettere. Il mio pensiero prende le mosse da una frase letta da qualche parte sui social “Abbiamo perso tanto smettendo di scrivere le lettere. Non puoi rileggere una telefonata”. Tuttavia, il problema di preservare, non è l’unica ragione per cui la ritengo una gran perdita. Un’altra ragione é la manualitá. Potrei scomodare la letteratura scientifica sui benefici dell’esercizio della grafia, ma penso che in molti riconosciamo la piacevole sensazione della penna che scorre sul foglio. Il foglio bianco. Non c’è mondo più pieno di possibilità di un foglio bianco, tanto che lo portiamo nella nostra vita e lo usiamo come metafora per permetterci di creare la nostra storia. E non c’è luogo migliore in cui guardarsi allo specchio senza pensare alla dieta. Come davanti ad un foglio bianco l'adolescente è immerso in un mondo di “futuri possibili” (vedi capitolo “La macchina del tempo”) accompagnato dalla precarietá del cambiamento e dalla fragilitá dell'esperienza. Scrivere è quindi tracciare il proprio stile e la propria direzione in un mare di “mondi possibili”. Scrivere è esplorare, scegliere e definire. Ma il meglio della lettera lo porta in grembo il destinatario. Scriviamo, e scriviamo a Qualcuno, e per una Ragione o più di una. E che dire, se non “Meraviglia!” nel leggere tra queste pagine i ragazzi che scrivono alla loro mentore e viceversa, continuando e innalzando il livello di un dialogo che porta a crescere. Anche per questo fermamente credo che ogni lettera sia una lettera d’amore. E’ una lettera d’amore perché scriviamo a chi amiamo, perchè crediamo che possa accoglierci o perchè vogliamo che ci accolga. Vogliamo che ci conosca e ci veda, ci comprenda, correndo il rischio di vederci più chiaramente anche noi, anche dove non ci piacciamo così tanto e di comprenderci, e forse, imparare ad amarci un po’ di più. Per questo scrivere una lettera è anche un atto totale e smisurato di fiducia e di coraggio come i protagonisti di questo libro meravigliosamente esprimono. Non si può ritrattare. Sei nero su bianco, chiuso/a in una busta e trepidante nell’attesa di arrivare nelle mani dell’altro. Riconoscete in questo la base, il fondamento, il punto di partenza di molte delle nostre più sane relazioni? Io leggendo “La Via Maestra” non posso che sentirmi grata, quella stessa gratitudine della mia esperienza scolastica. Grata perchè la vita e la “relazione” attraverso la corrispondenza insegnante- alunno entra ed è parte del mondo della scuola. La scuola diventa cosí un mondo dove si può essere ascoltati, letti, visti, accolti e guidati. La scuola diventa un posto che cura anche le nostre radici, non solo le nostre chiome, le nostre prestazioni. Se pensate che sia difficile, che “Vabbè, ma tu hai idea di quante cose deve fare un’insegnante? Lo sai cha ha anche una vita?”, leggete questo libro e credete insieme a me che “si può fare” con una semplicità che disarma tutti i nostri “ma”. Questo libro mi ha ricordato che, pur non essendo l'unica protagonista, nella scuola c'è ancora posto per imparare a vivere, ad essere e ad amare. Nella scuola c'è ancora posto per la relazione, il dialogo e l'incontro, questa triade divina attraverso cui si plasma e su cui si fonda la nostra identitá.
Se pensiamo all'etimologia del termine insegnare, scopriamo che significa "lasciare il segno". E l'insegnamento lascia sempre un segno a volte positivo, altre volte, ahimè, negativo. Cosa fa la differenza? Certamente il modo di approcciarsi nel dialogo docente-discente. La cultura, la preparazione, la competenza di un insegnante sono certamente fondamentali, ma non bastano; ciò che conta é il modo in cui tutto il sapere viene trasmesso. La via maestra é la testimonianza di una vita spesa nella scuola e per la scuola. Trapela subito l'empatia con cui la scrittrice entra in contatto con gli allievi, il costante pensiero affinchè ogni alunno possa sentirsi a suo agio, lo scherzare anche sugli "orrori" di grammatica là dove ciò che conta è la comunicazione, ciò che ogni studente vuole fare conoscere di sé. La scelta delle pagine di diario per comunicare rappresenta una strategia molto valida per mettere allo scoperto riflessioni, sentimenti, risentimenti che spesso, soprattutto i ragazzi più timidi, non riuscirebbero a far venire fuori con la comunicazione orale. Al diario, come ad un caro amico, si può affidare con semplicità tutto ciò che c'è di positivo e di negativo dentro al proprio animo. La scrittrice, però, non si limita ad invogliare i ragazzi a scrivere delle pagine di diario, ma é lei stessa a scrivere ai ragazzi..... E ben sappiamo quanto sia importante nell'educare dare l'esempio, più che ripetere consigli e precetti che a nulla servono se non supportati da un procedere coerente con ciò che si dice. La via maestra racchiude indubbiamente un percorso iniziato sui banchi di scuola, là dove la scrittrice ha fatto tesoro di un bagaglio di esperienze negative e positive avute con i suoi docenti. Forte poi di tanta esperienza ha riversato tra i banchi dei suoi allievi ciò che di meglio poteva donare con un' indubbia professionalità e preparazione culturale; ma, soprattutto, con una grande capacità di ascoltare, incoraggiare e motivare affinché ogni ragazzo giunga a credere nelle proprie capacità e potenzialità.
Youcanprint è da 6 anni consecutivi la prima piattaforma Italiana di self-publishing secondo l'Associazione Italiana Editori, responsabile del 27% delle opere autopubblicate e il 5% di tutti i libri pubblicati in Italia.
Dati AIE 2023 (Associazione Italiana Editori)