CARRELLO
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di Paolo Tognocchi (Autore)
Gli uomini hanno bisogno della narrazione.
Non riescono a farne a meno. Per dare requie alle domande sulla vita e accettare il loro posto nel mondo. Non per nulla siamo noi i primi narratori della nostra esistenza.
Narrare è necessario. Per stabilire un contatto con l'altro. Sarà poi la qualità del narrare a mutarlo in legame. Mentre si rafforza, la narrazione ammaestra gli uomini. Li annaffia, levigando il loro temperamento, come l'acqua quando scorre sulle pietre. Li istruisce, facendoli sentire importanti. Li convince a viverla, per mettere in comunione esperienze diverse, legate a un filo che riconduce alla narrazione.
Il suo significato e i riti ad esso associato permettono il formarsi di un'identità. Il ripetersi di una liturgia forgia e garantisce il senso di appartenenza. Di un villaggio. Il mio stare al mondo è frutto di una narrazione. La comunità nella quale cresco si sostenta di questa narrazione. Non esiste altro cibo con il quale mi sono nutrito più a lungo. Al punto che gli altri cibi non mi attraggono e non voglio assaggiarli.
Narrare è potere. Sugli uomini. Sulle loro faccende. Sulle loro necessità.
Che sia un libro, una religione, un'istituzione, un media, un'azienda, loro sanno narrare. Perciò sanno comandare. Chi sa narrare smuove popoli, motiva le guerre, inventa il nemico, crea esigenze.
E sintanto gli uomini si beano delle narrazioni che ascoltano, non avranno orecchi per rivolgersi a nuove. Così non si porranno domande, non scaveranno dubbi, e la narrazione avrà vinto.
Per questo la vita è una narrazione.
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