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L'anima e il lago

L'anima e il lago

di Giorgina Busca Gernetti (Autore)

L'anima e il lago di Giorgina Busca Gernetti pubblicato il 2012

Informazioni editoriali

Data di uscita
2012
Editore
Youcanprint
Pagine
46
ISBN
ISBN
9788866186526

Recensioni clienti

5 su 5 stelle sulla base di 9 Recensioni
Da Giorgina Busca Gernetti il 22 mar 2021
Pubblicazione cartacea

GIORGIO BARBERI SQUAROTTI - LETTERA ALL’AUTRICE Torino, 18 gennaio 2011 Cara e gentile Signora, Le sono vivamente grato dell’invio della Sua raccolta di versi che ha un titolo fascinoso e offre una mirabile e incantata rappresentazione laghista, degna di essere messa a confronto degnissimo di migliori laghisti inglesi. "Tra le canne", "Non odo più", "Tramonto sul lago in inverno" sono, fra tutti, i testi indimenticabili. […] Giorgio Bárberi Squarotti

Da Giorgina Busca Gernetti il 22 mar 2021
Pubblicazione cartacea

Nell’apparente passività di un “lago” lombardo, l’evocazione di Giorgina Busca Gernetti riscopre una tragica memoria consumata d’improvviso (e imprevista) in un tempo di guerra: il giovane padre della poetessa in un’azione aerea perde la vita; lei ancora non – nata, ma poi coinvolta in un assoluto dolore, che la sua “anima” rende attivo e minaccia una spontanea e traumatica continuità! La sintesi del disegno permette di pensare a un’interrogazione da cui è difficile distogliere sia la pena, sia la solitudine che riavviano l’amara visione, il lacerato e multiplo codice dell’affetto trafitto, e la stessa architettura del fato imposto alle persone che il padre ha lasciato davanti alla sua scomparsa. Così, Giorgina Busca Gernetti ricompone la persistenza acre che attraversa e accerchia la sua psiche e la dignitosa disperazione. Ed ecco, nel secco silenzio del ricordo e di un’atroce pre – neonatalità, tutti i momenti e i movimenti anche mentali della sua passione indimenticabile. Nei versi di un poemetto (in tredici lasse intitolate) conferisce l’immagine molteplice dello sfacelo familiare e ormai adulto quanto mai. L’animazione quindi è rivolta ai modelli poetici ai quali l’Autrice è più votata, in una rievocazione ritualizzante su verso limpido, luci non funeree, ritmi metafisici a segno religioso, insonni e fantasmatici, anziché a cronaca necrologica o a codici prestabiliti, scanditi dall’uso comune. In un “lago grigio, / pallido, livido” // “ ancora un lampo / squarcia violento le nuvole / e s’inabissa / nell’onde tumide” // “si gonfia minaccioso in onde nere / e schiaffeggia le rive” // “scrosci dal cielo nel grigio dell’anima / che s’annulla nel lago” //. E, nel continuum della comunicazione conflittuale, la frequentazione ai riferimenti al lago oscuro, all’anima oppressa, ritrova campi verticali e vibrazioni assidue di poeticità mai fiaccata. La morte è una fissità tutt’altro che utopica, e lo svolgimento segnaletico affianca una soluzione ad assimilazione cristica, dove l’evento è un ben decifrabile “crucifige”, sia per l’uomo – padre che ha ispirato la “ricordanza”, sia per l’anima dolorosa che rinnova la mediazione postuma, e un ridefinirsi angoscioso di quanto è accaduto nel medesimo frangente ibrido e fosco: “ed io non sono più viva / sulla terra feconda”! Così, questi graffi descritti per sensibilità e amore, non si sa quanto abbiano di interiettivo jacoponico, e quanto della filmografia sulla storia contemporanea, abituata a raccontare tutto di quello che rilegge della realtà direttamente, per far spettacolo e rendere vividi gli stessi strappi di esistenza. Qui non ci sono “anni solari” come accade al prolifico nonagenario fiorentino Giovanni Stefano Savino, ma insospettabili, ipertrofici e insistiti tormenti, che fanno a meno della letteratura e delle approssimazioni elegiache quotidiane. E, intanto, dai versi campeggia, a conti fatti, una protesta contro la guerra che, insieme all’urlo del tiranno, distrugge - in infiniti disastri - corpi e risorse di ogni civiltà. La poesia è quindi al centro di ogni temperatura per regolare le turbolenze epocali e le lotte per la pace. E questo è un indubitabile senso per dissuadere da tutti i passati e fino al presente, colti da tentazioni universali che, comunque, non possono insegnare qualsiasi sopportazione per eliminare la vita di ognuno, fissata pertanto da palpitanti cicatrici e scaraventata in qualsiasi suolo o tumido lago . Domenico Cara Giorgina Busca Gernetti: "L’anima e il lago", Edizioni Pomezia- Notizie, 2010.

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