L'apparenza

La signora Regna è già nota a molti per la sua notevole produzione di romanzi e di novelle, sia nel genere Fantascienza che nel genere Fantasy, con un paio di viaggi-lampo nel genere Giallo. Ma di Saggistica, finora, la Regna non s’era mai occupata. Al massimo, come precedente non letterario (né romanzo né novelle), posso citare Miticosmo, una sorta di guida turistica per i luoghi fantastici, reali o leggendari, di cui si è favoleggiato nel corso dei secoli. Pertanto, L’apparenza è il primo saggio in assoluto da parte di un’Autrice che ha saputo dare frutti gustosissimi in letteratura, stupendo i suoi lettori ogni volta, giacché ha sempre visto ogni cosa da punti di vista imprevedibili o ignorati da tutti. Questo saggio è il giusto e naturale corollario di un altro saggio, scritto da un americano e da me letto molti anni fa, intitolato: Come trattare gli altri e farseli amici. 150 pagine che possono essere riassunte così: sii ipocrita e sarai felice. Nonostante la copertina, stupenda!, che mostra una donna allo specchio (chissà chi ci ricorda!), questo saggio parla non già tanto della bellezza esteriore (anche se questa ha comunque gran peso, nell’economia generale del testo), quanto dell’atteggiamento mentale odierno: Appaio, dunque Esisto. Già Pasolini, più di 40 anni fa, aveva scritto un terribile j’accuse contro la TV ed i mali che produceva. Ma allora il mondo era ancora vivibile, tutto sommato. Oggi, con Internet ed i suoi derivati (Blog, Youtube, Twitter eccetera) è molto più caotico e disordinato di quanto si possa immaginare o accettare o presumere che sia umanamente possibile. Con stile chiaro, preciso ed univoco, sin dalla prima pagina (anche l’Introduzione è opera della gentile Autrice), la Regna punta il dito sulla piaga e, citando di volta in volta stralci da opere celeberrime (da sociologi come Erich Fromm a scrittori come George Orwell), fa il punto della situazione attuale. Una situazione spaventosa e, temo, irrimediabile. La gente, più nevrastenica che mai, si sente male se non può essere sotto lo sguardo di tutti, anche solo per cinque minuti, perché solo così si sente viva e vera. In compenso, con tutti i mezzi di comunicazione che abbiamo oggi, non c’è un cane che parli col vicino di casa a faccia a faccia (senza, cioè, l’uso di telefonini, il nuovo collare per gli schiavi stile XXI secolo)! Il ritratto che ne esce è impietoso e terribile, soprattutto in considerazione del fatto che la gente vive di bugie e non vuole sentire altro. Verità e Giustizia sono follie solo a pensarle! Un testo, questo, che dovrebbe, e potrebbe, far riflettere molti su una situazione allucinante a dir poco e che sta conducendo alla rovina un intero pianeta a passo di carica (o, magari, a ritmo di beguine, come suggeriva Bennato nella sua canzone A Licola!). In ogni modo, è un saggio scritto davvero bene: lucido, preciso, ricco di particolari, e, soprattutto!, non è campato in aria né un monumento che l’Autrice fa a sé stessa, come tanti altri scritti che m’è capitato di leggere in questi anni, a firma dei soliti scalzacani che, collaboratori di 10 o 20 riviste culturali (sempre le stesse) si citano addosso, fingendo di parlare d’altro, rivelandosi noiosi, pedanti e spocchiosi. Soprattutto, desidero far notare come la Regna non abbia mancato di aggiungere un paio di interessanti digressioni, essendo insegnante in una media inferiore, per dare testimonianza dal vivo del contegno dei piccoli mostri che allignano nelle aree di parcheggio spacciate per scuole! Questo è il tempo di Harry Potter, ahimè!, e non è certo un progresso rispetto a Ciuffettino, svogliato ma ancora un bambino, vero ed umano! Da leggere con attenzione per potersi difendere dalla cattiveria dei propri simili, che siano al potere o il vostro vicino di casa.