CARRELLO
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La storia del rastrellamento di Via Nazionale del primo febbraio 1944, la storia di una deportazione, una storia di guerra, di bombardamenti, di morti, di atti di eroismo e di codardia, di rappresaglie, di odio, di speranza. Una storia che diventa il pretesto per raccontare tante storie di quegli anni: la storia di Angelina di Anzio, del Gobbo del Quarticciolo, dei Goumiers marocchini e del loro diritto di preda, gli scontri di San Lorenzo durante la marcia su Roma, l'occupazione di Roma dopo l'8 settembre, le radio della resistenza e della propaganda, il misterioso Morbo K, le azioni partigiane, le stragi naziste delle Fosse Ardeatine, di Sant'Anna di Stazzema e di Marzabotto, il primo maggio 1945 a Roma, le vendette contro i fascisti, la liberazione di Roma, l'appello di Ferruccio Parri alla concordia degli Italiani..., la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki nell'estate del '45. Le storie che i nonni di oggi hanno ascoltato da bambini, le storie che i nonni di oggi hanno smesso di raccontare. Quelle storie, oggi, sono LA STORIA. Le storie di una generazione che ha saputo ricostruire un paese distrutto dalla guerra e dall'odio.
Proprio in questi foschi giorni, nei quali la parola guerra, che da tempo ci è parsa rappresentare una brutale pratica di popoli lontani, si presenta invece minacciosa, per noi fortunati occidentali, questo libro ci consente un tuffo nel vissuto di chi è stato costretto a misurarsi con una delle peggiori esperienze del millennio trascorso. Il racconto, corredato da note storiche degli eventi della seconda guerra mondiale, è dedicato al padre dell'autore, deportato in Germania, che, al pari del mio, non avendo lasciato che pochi documenti di quella esperienza, ha corso il rischio di lasciar ridurre quegli eventi a banali fatti di cronaca bellica. Per dar conto, infine, "dell'attualità" di questo testo cito dal medesimo queste parole: "Penso che il suo secolo, il Novecento, oltre l'epidemia dellaj spagnola che fra il 1918 e il 1920 si diceva avesse ucciso 50 milioni di persone [...] aveva conosciuto una pandemia più terribile: la guerra [...]. In questo caso la pandemia era generata dal virus dell'odio, dei nazionalismi e del totalitarismo."(cit. pag.78)
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