L'indagine che cambiò la vita di Marco Claudio Acuto, cittadino dell'Impero Romano

In questo romanzo veniamo proiettati nell'esperienza personale e intima di Marco Claudio Acuto, un senatore dell’antica Roma il quale, arrivato in fondo al suo percorso di vita, ci prende idealmente per mano insieme al nipote, Marcellino, per condurci in un passato che trascende la fantasia, quasi come se ascoltassimo il diario di un uomo realmente esistito. Marco Claudio Acuto ripercorre i momenti cruciali che l’hanno condotto all'incontro con Gesù Cristo, nel sinedrio, ossia l’inizio di una metamorfosi: ciò che per lui era certezza – il suo diritto inderogabile di cittadino romano nel decidere della vita e della morte di uno schiavo, la fede cieca negli dei, la convinzione che Roma fosse al centro del mondo – diventa via via nebuloso, incerto, e il tarlo del dubbio si insinua in lui. Marco Claudio Acuto inizia ad indagare sulla sparizione del corpo di Gesù dal sepolcro, e lo fa inizialmente in modo titubante, confuso da sensazioni forti che percepisce importanti, ma di cui non riesce a trovare il senso. Questo romanzo in realtà è il racconto della nascita della fede, magari senza una vera presa di coscienza, ma sicuramente il germoglio di un cambiamento che solo la fede vera riesce ad offrire agli uomini di tutti i tempi. È un romanzo di morte e di rinascita, di scoperta e di continua ricerca della verità. È il romanzo che, a distanza di millenni, può descrivere la vita di molti di noi, nella nostra perenne ricerca di un senso vero da dare alla nostra esistenza. Complimenti, quindi, all'autore per averci regalato un racconto che, una volta letto, non può lasciarci come prima, così come l’incontro con il Cristo ha cambiato per sempre la vita di un giovane cittadino dell’Impero Romano.