CARRELLO
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Magnificus Liborius racconta una storia vera, che vede protagonisti una comunità di contadini ai confini dell'Abruzzo, che nella metà del Settecento si ribella ai soprusi di un nobile usuraio.
Sembra una storia nota, i poveri (tanti) in rivolta, magari violenta e sconsiderata, contro i ricchi (pochi). Invece ci parla di una lunga causa legale, pacifica, combattuta con le armi della legge e delle astuzie, dai cittadini, dai nobili e dagli avvocati, rappresentanti le due parti, contraenti un prestito effettuato con condizioni vessatorie.
Il racconto ci fa immergere nella vita del Settecento, ed è una occasione per conoscere meglio le condizioni di vita delle persone comuni, sia degli abitanti di piccolissimi e sperduti paesi di montagna sia della metropoli, una delle principali capitali europee, quale era Napoli in quel periodo.
Ma ci fa conoscere anche il sistema giudiziario del Regno di Napoli, molto più sofisticato ed intessuto di condizioni tipiche dello stato di diritto moderno, di quanto si è portati a pensare.
Libro molto interessante su cui spendere volentieri tempo e concentrazione per immergersi nell'atmosfera affascinante e per certi versi sconcertante di un periodo storico dove le ingiustizie erano legalizzate. Una storia vera che l'autore ha romanzato per renderla più snella e appetibile, strappandola così ad un altrimenti inesorabile oblio. Lettura piacevole accompagnata da una serie di note che rendono più comprensibili i vari passaggi. Romanzo sicuramente da consigliare. Antonio Panei
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