CARRELLO
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Non si sa mai come vanno a finire le storie
di Stefano Maggi (Autore)
Romanzo narrato in prima persona, Malenkij Chelovek dal russo letteralmente significa: piccolo essere umano. In senso meno letterale è da intendersi con il significato di "piccolo" uomo, uomo comune.Il romanzo è suddiviso in sette parti, quattro delle quali vedono il protagonista Malenkij Chelovek adulto, trentenne, muoversi e viaggiare lungo la penisola italiana a caccia di terremoti. E’ un geologo assunto da una grossa azienda per un prezioso, anche se per certi aspetti bizzarro, lavoro di ricerca in materia di prevenzione sismica.Le restanti parti del testo narrano del passato di Malenkij, di quando all’epoca tredicenne trascorreva le vacanze estive in compagnia della madre nel piccolo paese della nonna e dello zio. Sono estati per lo più solitarie dove Malenkij immagina, si innamora, progetta e compie azioni maldestre e spericolate, si dispera, si sente vigliacco e solo alla fine diventa coraggioso (non del tutto). A guidare Malenkij appena adolescente, a muovere le sue azioni, contribuiscono un’autentica vena da esploratore, una ragazzina con una cicatrice in bella mostra e il desiderio di scoprire la storia sepolta e mai raccontata del nonno Nicola detto Bibi.In questo romanzo, presente e passato di Malenkij dialogano continuamente e insieme formano una storia, che in fondo è uguale a quella dei singoli personaggi (la vecchia Marta su tutti), di interi paesi con le loro case, storia che si ripete, destino comune, tutti sottoposti alla sola e unica legge della vita e della sua ciclicità. Leggendo il romanzo si scoprirà come le esperienze intime e personali di Malenkij siano in ultima analisi le stesse che devono sperimentare intere comunità, paesi con i loro abitanti, donne e uomini di ogni epoca o età. Tutti partiamo da un porto sicuro, un posto riparato che presto dobbiamo abbandonare. Qualunque cosa ci attenda là fuori non è mai qualcosa di tranquillo: le scosse dei terremoti, le scosse della vita, non esiste la terraferma. Protagoniste assolute del romanzo sono le donne che Malenkij incontra durante il suo percorso, autentiche eroine, madri, fino a diventare, come le chiama Malenkij, donne-marinaio.Al termine dal suo viaggio di lavoro, Malenkij geologo, adulto, avrà chiaro nella mente come la conseguenza delle scosse sia il crollo (personale e collettivo) e come questo sia inevitabile. Dalle macerie però si deve ricostruire e ricostruire ancora con l’insistenza dei matti. Sulla faccia della terra non esiste un solo angolo riparato e le uniche cose certe, salde, indistruttibili, a cui potersi aggrappare, sono i ricordi e la propria solitudine.
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