Mani...

Un libero legame indissolubile Una delle prime impressioni che è capace di generare questo romanzo è che esista un intimo segreto delle relazioni amorose. Poi, guardando bene, ci si rende conto che forse quel segreto vale solo ed esclusivamente per quella determinata relazione che la fa da protagonista nella storia. E poi ancora si arriva a considerare l’eventualità che, piuttosto che di relazione, sarebbe opportuno parlare di legame. Sì, perché non si può sottovalutare il fatto fondamentale in virtù del quale i due spiriti amanti – spiriti e corpi, naturaliter – con le mani spasmodicamente si cercano, con le mani integralmente si conoscono e con le mani indissolubilmente si legano. Ma il paradosso vuole che questo legame, legame fortissimo e consolidato attraverso sguardi e intese e le più svariate forme di complicità, si vada sviluppando a partire da un accostamento di due autonomie che rimangono tali. La fusione (ed effusione!) c’è, eccome, ma senza che l’individualità (soggettività) dell’una e quella dell’altro evaporino. All’interno di un simile incontro di autonome libertà, in realtà, la narrazione ne acquista in potere evocativo. Non credo si possa leggere veramente tra le righe il romanzo senza dare il giusto valore alle pause, ai non detti, alle percezioni, ai “pensieri forti” tanto da far sentire in qualche modo il loro ‘rumore’. Anzi, qui i protagonisti sono le loro pause ed i loro silenzi allo stesso modo in cui sono ciò che desiderano, ciò che vorrebbero essere e/o ciò che avrebbero voluto (poter) fare. Roberto e Francesca: lui prima “tenero imbranato” e poi tenace cercatore d’oro che non perde mai di vista l’orizzonte sulla cui linea sfavillano gli occhi dell’amata, lei pronta ora al sorriso che polverizza ogni tensione e ora al gioco delle distanze da frapporre/ridurre/annullare; e in mezzo a loro, sorniona, Dea che è limite e insieme – ancora una volta paradossalmente – risorsa. Non è facile individuare una definizione per questo libro, ma una cosa è certa: sarebbe riduttivo parlare di mero inno alla carnalità. Il contesto, comunque, è sicuramente antidualista perché non può darsi un essere senziente senza una qualche tensione (espressa sotto forma di desiderio, o di anelito, o di insoddisfazione…) come non può darsi un sentimento senza un corpo. Romanzo erotico, romanzo d’amore e di senso, o meglio di sensi, due dei quali in modo particolare paiono fondersi e confondersi: il tatto ed il gusto. Un’altra fusione! E solamente quest’arcana fusione-confusione, d’altra parte, permette di vedere quanto alla vista è negato, di udire canti irreali e suadenti e di sentire profumi venuti da chissà dove, che incantano e cullano come se lo sfondo fosse quello della più pura innocenza. Giuseppe Moscati

Complimenti per la piacevole storia, l'idea delle Mani è stata proprio geniale!