CARRELLO
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di GIUSEPPE NALLI (Autore)
Era il 16 giugno del 2020. Il rumore delle motoseghe squarcia l'aria del mattino. La polvere di legno invade la piazza e copre i sampietrini. Gli aghi intasano i tombini. Gli occhi rimangono sgranati, increduli. Poi il silenzio. Nei tristi giorni che seguono, come un epitaffio, una mano pietosa con un pennarello, lascia l'ultimo pensiero sul tronco rimasto. Dopo mezzo secolo per contrapposizione, come in una moderna Spoor River, ci tornano indietro le voci rimaste intrappolate nella corteccia e finalmente liberate per sempre. Sono voci che avremmo perso definitivamente e forse mai ascoltato. Voci apparentemente inutili. Voci che in passato non hanno fatto la Storia e mai la faranno in futuro. Sono voci, però, che di storia sono intrise: quella intima di ognuno.
Ho appena finito di leggere la tua piacevole, ultima(per ora), fatica letteraria. Uno spaccato della vita cepranese, una carrellata di personaggi che fanno parte della nostra vita, della nostra piazza. Gran parte dei nostri ricordi sono legati a quell'albero, le cui radici rimangono saldamente intrecciate nel terreno, e con esse le nostre vite. Grazie per averci riportato alla memoria voci, pensieri, volti che crediamo di aver dimenticato, ma che invece sono lì, grazie perché dici quello che molti di noi pensano ma non sanno esprimere. Grazie perché hai dato voce ai miei pensieri, al mio amore, nonostante tutto, per questa città e per questa piazza, dove l'albero continua a vivere. Giuliana Lombardi
Ho letto con piacere il libro di Giuseppe Nalli Memorie dell'albero. Come in altri precedenti lavori, l'autore ci mostra con racconti ed aneddoti quanto egli ami la citta' di Ceprano, la sua piazza e quell'albero che adesso non c'e' piu'. Per fortuna quell'albero e' stato immortalato da centinaia di foto. Alcune di esse sono diventate meravigliosi disegni, che fanno da mirabile corredo al lavoro dello scrittore. Quello che sta a cuore all'autore, infatti, e' rimanere nel solco di un'arte pubblica, capace di parlare a tutti, senza perdere in profondita'. Non possiamo che ringraziarlo, perche' ( come ha avuto modo di osservare Tomaso Montanari nel suo ultimo saggio "La seconda ora d'arte") nella carestia morale di questo nostro tempo pesa anche l'assenza di sguardi di artista capaci di mediare il mondo, di farlo conoscere, di criticarlo e dunque di darci gli strumenti, e prima ancora il desiderio per cambiarlo. Il luogo nel quale sono ambientati I racconti, la piazza della citta' di Ceprano, e' un piccolo puntino sulla cartina geografica dell'Italia, ma e' l'Italia il paese dove si realizza in modo piu' tipico e permanente che altrove, la contemporaneita' dei tempi (Carlo Levi - Camminare nella storia). Tutto e' avvenuto, tutto e' nel presente. Ogni albero, ogni roccia, ogni fontana contiene dentro di se' gli dei antichi. A proposito di contemporaneita' dei tempi, non possiamo non notare con stupore che nel precedente lavoro " qualcosa di extraordinario", edito nel 2018 Giuseppe Nalli, ci parlava (pag. 9) di "ordine supremo di stare in casa", leggendo cosi' con anticipo I rischi legati all'inquinamento atmosferico. Nello stesso tempo anche il quel libro l'autore ci suggeriva dei rimedi per "riorientarci". A pag. 31, infatti, vi e' il richiamo a "rinunciare alle facili certezze, a coltivare il dubbio...dolcemente assopirsi nel dubbio del ripensamento, dolcemente assopirsi nelle certezze del ripensamento". L'invito a coltivare il dubbio, dunque, Per chi ha la buona sorte di fare sue le parole dell'autore, e' anch'esso un potente antidoto contro l'illusione globale che ci inganna e contro l'ossessione per uno stile di vita consumistico.
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