CARRELLO
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di Nicola Milione (Autore)
Quando si parla di educazione, viene in mente la Scuola come Istituto proprio della formazione del cittadino; in realtà esistono molti altri fattori che, in diverso modo, influenzano, operano ed assolvono con efficienza a tale compito: primo fra tutti la Famiglia, poi la Chiesa, l'Ambiente sociale, la Stampa.
Per lo studio di queste concrete possibilità d'intervento nella realizzazione del soggetto in itinere è bene conoscere gli atteggiamenti dell'educando di fronte ai vari problemi identificabili con i suoi desideri, la sua sicurezza, la sua indipendenza.
I desideri dei figli, espressi e non, sono sempre soddisfatti dai genitori; la sicurezza si manifesta con il desiderio di affetto, rivolto ai genitori ed agli educatori, che devono garantire la certezza di essere accettati dalla comunità in cui vivono; il bisogno di indipendenza, invece, si manifesta con la necessità che ognuno ha di possedere qualcosa su cui esercitare la propria responsabilità.
L'osservazione di questi elementi aiuta senz'altro ad affrontare consciamente il problema educativo e formativo dell'individuo -cittadino sociale- ed è noto che, per lungo tempo nella storia, ha ispirato i pedagogisti a programmare la scuola al servizio della cultura, per dare cultura.
Coerentemente, i programmi erano impostati, infatti, sul metodo d'insegnamento da parte del maestro, piuttosto che sulle capacità d'apprendimento da parte dell'allievo, ed erano preposti per la preparazione di una classe dirigente di una società né popolare, né democratica.
In seguito, quando al concetto di cultura si sostituì quello di civiltà -per cui si capì che l'uomo non vive solo per le forme culturali che apprende dai libri, dai musei, ecc., ma vive e partecipa a tutto ciò che esprime la comunità- la scuola e le istituzioni, aderendo a tale concezione, inserirono e privilegiarono, accanto all'aspetto pedagogico, quello sociale.
Tale concezione, però, giunge a completa maturazione quando l'educazione è considerata come un diritto soggettivo di ogni uomo, per lo sviluppo completo della sua personalità, secondo le proprie capacità ed attitudini.
In una scuola con tale impostazione s'inserisce, così, la psicologia la quale, con l'osservazione dell'individuo e con la registrazione del suo comportamento, suggerisce il modo di impartire l'educazione, affinché l'uomo possa sviluppare le doti che ha ricevuto dalla natura e trovi il giusto posto nella società.
La scuola, quindi, attua tale impostazione, non prescinde dalla psicologia, studia e analizza tutte le parti che condizionano il comportamento dell'alunno, comprese le influenze dirette e indirette dell'ambiente in cui vive.
Un esempio di opposizione alle influenze dell'ambiente in cui essi vivono c'è offerto dai genitori perché temono che i contatti esterni dei propri figli con la maleducazione, l'ignoranza e la violenza conducano al disorientamento, alla solitudine, all'isolamento.
In conclusione, conoscere e studiare le influenze dirette e indirette, permette di: cambiare e migliorare la condotta umana, indicare i mezzi educativi per ottenere tale cambiamento, ed infine proporre un modello da imitare per vivere un rapporto favoloso, audace, anche se, a volte, incompreso.
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