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Mondo senza storia? L'informazione digitale è volatile: essa può far scomparire la nostra cultura ma la sua conservazione può salvarci

Mondo senza storia? L'informazione digitale è volatile: essa può far scomparire la nostra cultura ma la sua conservazione può salvarci

di Stefano Cariolato (Autore)

Alla metà del XX secolo iniziò la rivoluzione digitale con l'introduzione dei primi calcolatori elettronici, i quali prima vennero introdotti nelle aziende e negli organismi statali, poi si diffusero prepotentemente nelle abitazioni private come Personal Computer; in seguito tutti questi elaboratori vennero collegati tra di loro con una rete di telecomunicazione globale denominata Internet, la quale ebbe una diffusione massiccia alla fine del secolo diventando la spina dorsale della circolazione mondiale delle informazioni. All'inizio del XXI secolo la rivoluzione digitale era completata e le informazioni di qualsiasi tipo (testi, immagini,filmati e trasmissioni TV, musiche e canzoni, pagine WEB) erano ormai registrate e diffuse in formato digitale anziché su supporto tradizionale (carta, pellicola, nastro magnetico), con un cambiamento che investì tutte le attività umane di qualsiasi tipo, sia collettivo che individuale. Mentre lo sviluppo della tecnologia digitale continuava a ritmo accelerato iniziò a presentarsi il problema della conservazione delle informazioni, precedentemente affidato soprattutto alla stampa su carta ed oramai in fase di abbandono: le precedenti registrazioni stampate venivano sempre più trasformate in formato digitale e le nuove informazioni erano generate direttamente in forma elettronica. Ma mentre un libro od una lettera potevano essere letti direttamente anche secoli dopo la loro scrittura, le informazioni digitali hanno vita breve a causa dello stesso sviluppo tecnologico, che rende rapidamente obsoleta qualsiasi registrazione mutandone irreversibilmente sia l'hardware che il software di lettura; altre registrazioni sono poi volatili per loro stessa natura, come le email o le pagine WEB, pur potendo ospitare delle informazioni che potrebbero essere di valore in futuro. Inoltre le registrazioni digitali sono effettuate in una grande varietà di formati diversi, a volte tra loro incompatibili o soggetti essi stessi ad obsolescenza, complicando così inutilmente il compito della preservazione del loro contenuto. Gran parte della cultura umana, gradualmente riversata in forma elettronica, è oggi minacciata, e rischiamo così di consegnare ai posteri un mondo senza storia: questo libro descrive la situazione attuale e ciò che si cerca di fare per rimediare al pericolo.

Informazioni editoriali

Data di uscita
2019
Editore
Youcanprint
ISBN
ISBN
9788831629669

Recensioni clienti

5 su 5 stelle sulla base di 1 Recensioni
Da Stefano Cariolato il 27 mar 2021
Ebook

L’argomento che affronta questo libro è un serio problema causato dalla forte e rapida penetrazione delle tecnologie digitali in ogni parte della nostra società. Da tempo assistiamo ad una corsa verso la così detta “de-materializzazione” delle informazioni. Questo processo porta le istituzioni e gli enti pubblici o privati a conservare tutti i propri documenti non più su supporti materiali (libri e classificatori, pellicole, lastre etc.) ma su supporti di tipo digitale. Ciò avviene non solo per i documenti presenti e futuri, ma anche per quelli già archiviati in forma materiale, che vengono, col tempo, pure essi trasferiti su supporti digitali. Disporre di informazioni in forma digitale è utile al fine di renderle più rapidamente reperibili, fruibili e trasferibili. Purtroppo però, per motivi di varia natura, che l’autore illustra con maestria in questo libro, le informazioni archiviate digitalmente possono essere perse molto più rapidamente rispetto a quelle archiviate in modo materiale. E i costi necessari ad evitare tutto questo sono, ad oggi, molto elevati. Nel primo capitolo l’autore descrive con efficacia dove risiede il problema, ovverosia quali siano i principali punti deboli che rendono meno durevoli i vari strumenti utilizzati nel mondo del digitale. Il secondo capitolo descrive come ed in che misura questi nuovi strumenti vengono usati e si vadano diffondendo in tante attività diverse che vanno dalla archiviazione dei testi, delle immagini, della musica, degli audiovisivi etc., e quali siano gli standard ed i formati maggiormente usati. Nel terzo capitolo, che rappresenta il cuore di tutto il problema, vengono messe in evidenza le ragioni per le quali è necessario che i dati siano conservati in sicurezza e a lungo termine, nei settori più disparati che vanno da quelli economici, scientifici, sanitari, letterari, artistici, storici e giornalistici. A dimostrazione di quanto la disponibilità dei dati storici sia necessaria per affrontare anche le crisi attuali, l’autore illustra numerose emergenze accadute in passato dalle quali si sono potute ricavare preziose informazioni nelle contingenze attuali. Si può dire che questo libro cerca di accendere una luce su un problema che meriterebbe più attenzione, almeno pari a quella riservata alla degradazione dell’ambiente o allo sviluppo economico selvaggio. Esso può senza dubbio essere molto utile a studenti di varie facoltà, nel momento in cui vogliano approfondire le problematiche, anche di tipo socio/economico, legate allo sviluppo delle tecnologie della informazione. Ma è sicuramente di grande interesse anche per chi, senza avere particolari conoscenze di informatica, volesse approfondire l’argomento; ciò in quanto tutti i dettagli più tecnologici sono stati inseriti dall’autore come appendici ai vari capitoli, i quali potrebbero quindi essere letti in modo indipendente.

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