Non c’è Tempo

Non c'è tempo è il risultato di un lento e laborioso processo di costruzione. Una costruzione non solo delle inquadrature, ma anche, e soprattutto, di quello che sarà inquadrato. Tommaso Le Pera come nel suo stile, crea e produce ogni elemento per la sua ambientazione "probabilistica", dalla routine alla creatività. E ricrea, così, quelle atmosfere, a metà tra il reale e l’illusorio, che corrispondono al suo immaginario. Un immaginario che affonda le radici nel passato o, meglio, nel futuro prossimo. E questa specifica narrazione è diventata il mondo non solo immaginario, ma anche quello nel quale trovare rifugio, creando nuovi scenari e nuove avventure. Sentita da sempre come strumento di registrazione fedele della realtà sabauda, a volte quasi un'Ancien Paris, attraverso le sue ricostruzioni puntuali e precise e con l’immancabile presenza del protagonista, Tarcisio Borrelli, i capitoli si susseguono veloci, come "quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza". Con quella delicatezza, oramai matura, riporta sulla carta dettami ed elementi di momenti del passato. Alla stessa stregua dei dettagli a tutto quadro di altre opere, non si sofferma sull’insieme, ma pone il suo sguardo su singoli particolari, piccole minuzie. Degli accenni. Che, però, sono in grado di accendere infinite associazioni e attivare innumerevoli correlazioni. Perché ciascun frammento, quello di un personale ricordo, è una traccia di uno spazio ben più ampio che porta nel romanzo un personale mondo costruito dalla fantasia: un rimpianto personale che si fa comune a più persone. Un Romanzo avvincente, dunque, a tratti con valenze autobiografiche, ovvero con accenni di aneddoti personali legati alla sua storia, al suo passato, alla suo essere.