Non ero così e volevo crescere onesta

Sono piuttosto restio a recensire un libro sulla prostituzione, perché considero tale fenomeno troppo complesso da analizzare, almeno per me. Qualcuno lo definisce “il mestiere più antico del mondo”. Se fosse così – ne sono convinto – allora sarebbe un fenomeno inestirpabile, avendo attraversato non solo i millenni ma anche stati profondamente diversi. L’amico Carlo lo analizza con coordinate (storiche e geografiche) ben circoscritte: gli anni 50’ in Italia, la Germania e i Paesi Bassi nel tempo corrente. Uno spaccato che possiamo definire “intermedio” tra la tragicità criminale della prostituzione da marciapiede (anche di minori), la tratta delle donne e il bottino di guerra di invasori – da un lato – e – dall’altro lato - la prostituzione dorata delle “escort”, il cinema pornografico e i siti internet “a luci rosse” (esplosi negli ultimi decenni), nonché la diffusa e invisibile prostituzione di insospettabili che vendono il loro corpo in cambio di un lavoro, una raccomandazione, una promozione, ecc. Ancor più magmatico è il fenomeno della prostituzione maschile, estremamente diffuso nell’antichità quando era “visibile” e non “invisibile” come oggi. Proprio l’invisibilità della prostituzione ne segna la sua difficile comprensione, non solo da un punto di vista numerico ma anche economico e psicologico. In conclusione, il libro di Carlo offre al lettore alcuni strumenti per inquadrare il fenomeno, valorizzando un tema fondamentale: la dignità della persona, a prescindere dalla volontaria e consapevole rinuncia alla stessa.