CARRELLO
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Novellino provenzale descrive le vite dei più illustri trovatori dell'Occitania. Sono brevi racconti scritti in provenzale da Uc de Saint Circ, Michele de la Torre e altri, tradotti da Giovanni Galvani e pubblicati da Gaetano Romagnoli nel 1870 e qui riproposti in lingua attuale per far conoscere aneddoti, curiosità, avventure, disavventure intorno alla nascita della poesia provenzale oltre alla concezione della vita e dell'amore nelle corti del tempo. Questa poesia sta alla base del fiorire poetico nelle lingue volgari dell'Europa nei secoli XIII e XIV in seguito alla diaspora dei trovatori per le corti d'Europa dopo la devastante crociata contro gli albigesi voluta dalla Chiesa e guidata dai baroni della Francia settentrionale. Scuola poetica siciliana e Dolce stil novo devono molto ai poeti provenzali.
Non si sottolineerà mai abbastanza l'importanza che ebbero i poeti provenzali fuggiti in Italia, e in particolare in Veneto, in seguito alla crociata contro gli Albigesi, nel primo formarsi di una coscienza poetica legata ai volgari parlati nella penisola, come il siciliano dei poeti della Magna Curia di Federico II o il toscano dei poeti del Dolce Stil Novo. A Treviso fu scritto uno dei più importanti Canzonieri provenzali, un Glossario e alcune vite dei trovatori, le Vidas, come quelle, più o meno veritiere, riportate in questo Novellino che Cabianca ha trascritto nella lingua attuale.
Le vite dei trovatori sono in alcuni casi vere biografie in altri invenzioni, o meglio aneddoti frutto di dicerie o di maldicenze, in altri ancora sono racconti tratti dai testi poetici. L'insieme di queste vite o vitarelle, come le definisce il Galvani, ci dà l'atmosfera del tempo in cui i trovatori hanno vissuto, delle corti che hanno frequentato e ci svela la concezione dell'amor cortese, il primo importante lascito della poesia alla cultura occidentale.
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