PANE E SALE

La vicenda ha inizio con il matrimonio della ventenne Anna, a cui fa da testimone Silvia, la sua più cara amica d’infanzia.
Dopo circa due anni da questo evento, Silvia viene colpita da un tumore maligno alla mammella e, per qualche tempo, si sente vicina alla morte.
La malattia sarà invece per lei l’occasione di vivere più intensamente, accettando anche il dolore, che ha sempre finto di ignorare.
Decide quindi di fare la volontaria in un centro che aiuta persone in gravi difficoltà economiche.
Qui la sua vicenda si incrocia con quella di Manuela, la maggiore dei cinque figli di una coppia sempre in bilico fra legalità e delinquenza.
Quando Silvia comincia a frequentare il centro, Manuela sta per essere data in affido ad una famiglia benestante, i Pini, la cui figlia minore è disabile motoria.
Silvia si appassiona molto alla storia di Manuela, perché anche Anna, la stessa amica alle cui nozze ha fatto da testimone, era affidata alla famiglia dei vicini di casa di Silvia.
Il percorso verso l’affido di Manuela prosegue tra brusche accelerazioni e improvvise battute d’arresto, dovute soprattutto ai complessi e confusi sentimenti che agitano la famiglia Pini, sia sull’affido che a proposito dell’handicap della figlia minore.
Attraverso un faticoso cammino, la famiglia aprirà infine la propria casa ad una sincera e calda accoglienza.