Pelle e anima

Un libro “sanamente provocatorio”: questa la definizione di Stefania Polvani che ne ha curato la prefazione. Un libro sulla Medicina narrativa che mette “sanamente in crisi” per l’analisi critica della medicina attuale e per la volontà di recuperare una medicina più a misura d’uomo.

Viviamo anni di mediocrazia che, a causa anche dell’ipertecnicismo della medicina moderna, ha portato a un degrado del rapporto medico/paziente con conseguenze dannose per il singolo malato e per la sanità.

La Medicina narrativa può produrre effetti benefici al rapporto curante/curato, alla sanità e alla società. In Medicina narrativa esistono storie e storie, ma le storie di malattia dei malati esperti – è la tesi del libro – e cioè di medici che divengono malati gravi, presentano peculiarità poco indagate, e stranamente quasi ignorate anche dalla stessa Medicina narrativa, che sarebbero molto più utili alla Medicina e al Servizio sanitario nazionale.

Sono, infatti, storie e testimonianze dirette di chi ben conosce la doppia condizione di curante e di curato che portano più agevolmente alla crescita di un’educazione sanitaria e che facilitano un’opera di Kintsugi esistenziale, tesa a ricomporre con amore i pezzi di un’esistenza malata per vivere, nonostante la malattia, una vita ancora più appagante e più preziosa di prima.