CARRELLO
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3000 anni di prostituzione
di Galileo Ferraresi (Autore)
Alla fine degli anni sessanta apparve sulla copertina dell'inserto Colore dell'Espresso la fotografia di una prostituta seduta su una camionetta della polizia stretta tra due poliziotti. Non fui colpito dal servizio giornalistico ma da quella foto. Lo sguardo della donna e il contrasto tra il suo vestitino e i giacconi dei poliziotti mi fecero capire che esisteva tutto un mondo di sottoproletariato che non era conosciuto, considerato e protetto da nessuno. Iniziò così una visione storica e disinibita di quello che viene chiamato il mestiere più antico del mondo.
Prostituirsi è affittare o vendere una parte più o meno grossa di sé stessi, è un trattarsi da schiavi, come è un trattarsi da schiavi svolgere altre attività lavorative ritenute "oneste".
Nata con una funzione sacra oggi la prostituzione evidenzia il degrado di una persona ridotta ad oggetto; è la rappresentazione senza veli del mondo, lo specchio di una società tardo capitalistica basata sul denaro e che schiaccia ogni forma di umanità.
La prostituzione evidenzia il degrado di una persona ridotta ad oggetto; è la rappresentazione senza veli del mondo.La prostituzione non è un problema ma la soluzione a tanti problemi.
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