Quella parte di te

Quella parte di te. C'è una parte di Donna Lia che non conosciamo ma che si rivela pagina dopo pagina, con forza e determinazione descrittiva, in questa opera: Quella parte di te. Una forza espressiva che avviluppa il lettore, non certo distratto, nella veloce sequenza delle immagini reali della vita di ogni personaggio al femminile, perchè, è donna il simbolo evocato da Donna Lia, nella sua evocativa ricerca della verità, sempre, e disperatamente, nel discernimento di ciò che è bene o male, vero o falso, significativo o irrealistico, fattibile o impossibile, dove la tenacia aiuta chi dell'osare, per vincere, ne fa un credo invincibile. C'è una parte di Donna Lia che, pagina dopo pagina, riconosciamo, improvvisamente, come se il sole - donna - aprisse nuove finestre e la volta celeste - l'uomo - facessero da cornice al molteplice ma, contraddistinto, campionario di personaggi che, da donne, capiscono e soffrono, amano e, mai, odiano se dei sentimenti sono alfieri di giustizia. Donne che, d'amore, vivono la loro unica esistenza, nello scontro con il mistero della vita, della famiglia, del dolore, come verso - e questo contraddistingue questa parte di Donna Lia - quell'amore che è fattore determinante del destino di ogni protagonista, nell'essenza o attimo di gioia, punti cardinali di controverse e, a volte, intricate storie, dove, l'intersecarsi di narrazioni e rimandi temporali, determinano l'insieme narrativo che, però, sembra, apparentemente, sconvolgere il piano costruttivo del racconto ma che, volutamente, invece, è volto a ottenere una diversità di punti di riferimento, che conducono il lettore in un immenso e variopinto puzzle dove, ogni piccolo tassello, sostiene il successivo, accompagnando, se non proprio spingendo, il lettore verso il desiderio, più che realistico, di completare la lettura dell'intera opera per conoscere il mistero del racconto. C'è una parte di Donna Lia che, adesso, conosciamo che, infine, incanta e canta, proponendoci melodiche proposizioni dialettali esprimendo, compiutamente, quel fatalismo che contraddistingue la naturalità dei siciliani, soggetti estremi di una terra enigmatica ma anche lucida e vivida, espressioni di una particolarità isolana che, spesso, segna e determina vita e destino dei personaggi, che Donna Lia muove come staffette di una narrazione che unisce fantasia, realtà e storia, nell'ibrida natura isolana dove, punti distanti, si incontrano nella eco dei versi pronunciati ad alta voce verso le bianche rocce che, affacciate sul mare e di spalle al vecchio Vulcano, lambiscono i millenari spazi di cui la Sicilia è madre. La poesia si fa speranza e la salvezza è la rinascita della vita di una bimba di nome Gioia, con cui non si è mai interrotto quel dialogo interiore tra madre e figlia, alfa e omega di un opera in cui i due estremi si congiungono, nella conferma che l'Amore è l'unico e irrinunciabile cibo che può saziare l'Anima. Brava Lia Mendola. Giovanni Fontana