CARRELLO
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Trent’anni, all’alba del terzo millennio, nel racconto fatto da un padre che sta morendo al figlio che si sta affacciando alla vita, tra le omissioni, i conflitti ed i segreti propri di tutti i rapporti generazionali. La nuda e cruda verità, quella a volte solo accennata o intuita, o quella inconfessabile; quella solo nostra. Un’esistenza rivissuta e vivisezionata da un letto d’ospedale senza speranza, che ci spinge a fare i conti con la nostra coscienza e la nostra presunta tranquillità. Un punto di vista reale, disincantato, scomodo, che riguarda tutti, e fa riflettere: perché nessuno ci pensa, ma sono sempre troppe le cose che non sappiamo. E quelle che non vogliamo far sapere.
Ricchezza di contenuti e stile narrativo fluido ed efficace fanno di questo romanzo una perfetta sintesi fra ricordi, emozioni, desideri e un lucida riflessione sulla condizione, talvolta precaria, della nostra esistenza.
E' uscito in questi giorni il romanzo d'esordio di uno scrittore milanese dal titolo "Quello che non sappiamo". Il protagonista, dopo la morte del padre, ritrova (per caso??!!) una sua lettera nella quale lo stesso prende a raccontare al figlio alcuni fatti "scomodi" avvenuti negli ultimi vent'anni di vita, eventi che non ha mai avuto il coraggio di rivelare al figlio, probabilmente per proteggerlo. La vicenda narrata si muove da malattie e incidenti mortali, mandanti di omicidi ma riesce anche ad affrontare temi piu' leggeri e divertenti, come incontri con ex compagne di classe diventate attrici porno o costose serate al casino'. Tutti i fatti raccontati nella lettera servono al padre del protagonista, ormai malato e in fin di vita, ad esprimere giudizi e opinioni sui grandi temi della vita, senza mezzi termini. Questo con l'auspicio che il figlio possa evitare gli errori (se ce ne sono stati e sarete voi a giudicare) commessi dal padre, senza pero' cercare alcuna assoluzione. Ampio spazio e' dedicato al tema della vera amicizia, dell'innamoramento, anche in eta' adulta, della vita di coppia e dei tradimenti, senza mai entrare in luoghi comuni. Molto ben scritto, sembra uscito tutto di getto, con un italiano scorrevole che invoglia la lettura, resa piacevole anche dalle (non eccessive) citazioni di scrittori famosi e grandi della storia. Insomma un libro che tutte/i dovrebbero leggere per condividerlo o per criticarlo, convinto che, dopo averlo letto, non si potra' rimanere indifferenti al grande tema dell'incomunicabilita'. Grazie Autore e.... ad maiora! Falco
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