CARRELLO
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Un ragazzo finisce – per sbaglio – in manicomio, dove la sua esistenza inizia a essere tormentata dal dolore. Riesce a uscire da esso in uno stato apparentemente stabile, purtroppo però la sua vita è irrimediabilmente pervasa dal dolore emotivo e la sua anima sembra in uno stato perenne di decomposizione.
Vuole morire, ma non riesce a farlo, poi cambia idea, vuole vivere, ma sta per morire.
S'innamora di una ragazza che lo conduce ancor più alla rovina iniziandolo a una vita fatta solamente di sesso, alcool e droga.
Per continuare una vita simile decide di prostituirsi e, a causa del suo stato mentale, non si preoccupa delle possibili conseguenze del sesso non protetto con sconosciuti. Inizia a star male, oltre mentalmente ed emotivamente, anche fisicamente. Si ammala di AIDS e sceglie disperatamente di vivere cercando delle possibili cure in un nuovo paese; ma la sua vita è irrimediabilmente compromessa e lui si trova in bilico fra la follia e la sanità, fra la vita e la morte.
Dopo aver lungamente pensato a come scrivere un giudizio mi sono risolto per narrare brevemente le mie impressioni. Al principio lo odiavo: a molestarmi è stato il modo di presentare le cose, una certa iattanza sotterranea, una sicurezza di sé al limite della spavalderia e uno stile tra il manierista e l'infantile. Ritrovata la calma e proseguendo con la lettura l'odio si è letteralmente tramutato in amore e tutti gli elementi che in principio consideravo come negativi hanno trovato la loro giusta collocazione ed espressione in un modo che in principio non credevo possibile. Lo stile ora secco ora poetico mi sono apparsi perfettamente coerenti con la volontà dell'autore: Matteo Eraldo narra la storia di un sentimento e lo fa usando personaggi e luoghi che rivestono un valore simbolico. Il romanzo è un colpo di fucile che porta ad una fascinazione improvvisa e continua.
Ottima narrazione... sbalorditiva se si pensa che, chi scrive, ha soli vent'anni! La storia è costruita magistralmente e il dolore che si prova leggendo è qualcosa di straziante e quindi sublime. Chi legge vuole una storia e questa sicuramente (nella sua brevità) è degna di quel nome. Un punto che ho apprezzato sono stati i capitoli brevi, perfetti per chi come me legge a tratti nelle pause lavorative.
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