CARRELLO
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In ‘Racconti di periferia’, la ‘periferia’ presente nel titolo, più che un luogo urbano, vuole essere un rimando al mondo ordinario, che gravita e si realizza a fianco dell’universo ‘centrale’ e ideale. È un posto, questo, dove i personaggi non sono né eroi, né tantomeno illuminati dalle luci della ribalta. Quindi, una ‘periferia’ sentita come rappresentativa del mondo vero. O, comunque, di quello che si pensa sia, il mondo vero.
Mimmo Parisi, ambienta “Racconti di periferia” in luoghi tutt’altro che sconosciuti prendendo anche spunto da una certa antropologia che ‘studia’ sul campo i propri soggetti. Nel loro habitat abituale. Infatti e fuori metafora, l’autore di questo libro che si fa leggere con leggerezza, pur se i racconti contenuti sono altro dalla semplice materia adatta ad ispirare chi scrive, si accorge di quello che tutti si ha sotto gli occhi ma non si riesce a mettere a fuoco. Per scarsa considerazione o per, banale, noia. Mimmo Parisi, fortificato dalla sua estrazione cantautorale, invece, mette in questi “Racconti di periferia” , come protagonisti, proprio coloro che non hanno sguardo e tempo per farlo: loro stessi, la gente ‘comune’.
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